Omicidio Carol Maltesi, l’ultimo saluto: "Si odia con il giudizio"

Così don Luca alle esequie della 26enne fatta a pezzi dal vicino di casa a gennaio. Nella abbazia di San Donato a Sesto Calende tanti amici e parent

Funerale Carol Maltesi

Funerale Carol Maltesi

Sesto Calende (Varese) -  L’abbazia di San Donato è già gremita più di un’ora prima dell’arrivo del feretro bianco in cui riposano i resti di Carol Maltesi, la 26enne fatta a pezzi dal vicino di casa lo scorso gennaio. Dentro amici, conoscenti, parenti e tanti ex compagni di scuola. C’è anche il vicesindaco di Sesto Calende, Edoardo Favaron, a portare i saluti dell’amministrazione comunale: "Siamo venuti per esprimere il cordoglio da parte della città di Sesto, dove vive la mamma, in questo particolare momento seguita con molta cura dai servizi sociali". La mamma Giuseppina è malata di Sla, rifiuta le cure e dopo aver saputo come è morta la figlia Carol si è lasciata andare.

«Nessuno potrà mai cancellare i bellissimi ricordi, le notti passate insieme dai nonni sveglie fino a tardi a ballare, ridere, a far arrabbiare il nonno come solo tu sapevi fare, le vacanze passate insieme, le domeniche dalla nonna. Ora niente sarà più come prima" spiegano le cugine di Carol durante l’omelia funebre. "Ci siamo riviste un po’ di tempo fa, dopo molto tempo, ma nonostante ciò mi ha raccontato tutto di sé. Parlava serenamente del suo lavoro, è stato davvero difficile, non potevamo credere a ciò che le è successo" ha spiegato una ex compagna della scuola superiore di Busto Arsizio.

false

"L’indifferenza per Carol e il giudizio sono due chiodi piantati nelle mani di Cristo. Carol oggi muore come Cristo ma insieme a lui risorgerà. Sono certo che lei abbia cercato tutta la vita qualcuno che l’amasse, ora con Dio lo ha trovato. Ci sono tanti modi di odiare, si odia con l’indifferenza, si odia con il giudizio, si odia con la mancanza di perdono". Questa la frase pronunciata da Don Luca Corbetta all’inizio del rito funebre. Poi palloncini, applausi, commozione. In tanti, tantissimi hanno voluto dare l’ultimo saluto a questa ragazza che ha lasciato ricordi piacevoli in tante persone, dagli amici ai compagni di scuola molti dei quali in lacrime. Intanto una panchina rossa è stata collocata a Paline di Borno, il paese dove sono stati ritrovati in due sacchi della spazzatura i resti della giovane, gettati in un dirupo dal suo killer, Davide Fontana, che è in carcere a Busto Arsizio e che dovrà rispondere di una serie di reati che per lui potrebbero valere l’ergastolo. L’iniziativa è stata portata avanti da alcuni cittadini del posto che hanno voluto tributare un omaggio alla giovane nel giorno del suo funerale.