CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Naso in necrosi per il filler. Chiuso centro abusivo di medicina estetica

La titolare accusata di esercitare la professione senza alcun titolo. Una delle pazienti ha sporto querela per i danni riportati dopo un’iniezione.

La titolare accusata di esercitare la professione senza alcun titolo. Una delle pazienti ha sporto querela per i danni riportati dopo un’iniezione.

La titolare accusata di esercitare la professione senza alcun titolo. Una delle pazienti ha sporto querela per i danni riportati dopo un’iniezione.

Una delle pazienti ha sporto querela quando la punta del naso le è andata in necrosi dopo che si era sottoposta a iniezioni di acido ialuronico. La donna che le aveva eseguito il trattamento non è nemmeno estetista. Ieri il centro di medicina estetica abusivo, in un appartamento nel cuore di Legnano, è stato chiuso dalla Finanza e dal Nucleo antisofisticazioni e sanità (Nas) di Milano. Al suo interno, secondo le accuse, venivano eseguiti trattamenti medico-estetici invasivi, come iniezioni di botulino, senza alcun rispetto delle norme igienico-sanitarie. A finire nei guai è una donna, denunciata per esercizio abusivo della professione medica. Sui suoi profili social, pubblicizzava i propri servizi, promuovendo trattamenti estetici invasivi come iniezioni sottocutanee di acido ialuronico, botulino e altri filler di dubbia provenienza. Prestazioni che la legge riserva a medici qualificati, proposte e somministrate senza abilitazione o autorizzazione.

Sulla base degli elementi raccolti, la Procura di Busto Arsizio ha disposto una perquisizione all’interno della struttura abusiva. Durante il controllo, le forze dell’ordine hanno rinvenuto 38 siringhe già riempite di acido ialuronico pronte all’uso, conservate in un frigorifero insieme a cibo e bevande, oltre a 10 flaconcini di botox e farmaci antagonisti, utilizzabili in caso di reazioni avverse ai trattamenti. Tra i materiali sequestrati anche due dispositivi medici non autorizzati alla vendita in Italia, solitamente utilizzati per la rimozione di neoplasie. L’attività illecita è stata immediatamente interrotta e l’intero materiale è stato posto sotto sequestro. Ora la donna rischia sanzioni penali per aver esercitato la professione medica senza titolo e per violazione delle norme sulla sicurezza sanitaria.