Multe a 51 ciclisti: "Siete pericolosi", a Legnano scatta la rivolta

Legnano, sulle strisce senza timore. «Provocano incidenti»

Roberto Curati vicecomandante della polizia locale di Legnano

Roberto Curati vicecomandante della polizia locale di Legnano

Legnano (Milano), 28 marzo 2017 - Non si scherza con il codice della strada, anche se si è a bordo di una bicicletta. Lo dimostrano i dati dell’inflessibile polizia locale di Legnano, nel Milanese, che in un anno ha multato 51 ciclisti per una serie di infrazioni, a partire dall’attraversamento sulle strisce pedonali. A Milano i “ghisa” hanno fatto di meglio, sanzionandone 150, ma se si pensa che Legnano conta 60mila abitanti l’esito del confronto appare evidente. Il campionario è variegato e include anche mancate precedenze, strade imboccate contromano o stop saltati. Dei 110 incidenti rilevati nel 2016 che hanno coinvolto l’“utenza debole”, si difendono i vigili, 68 hanno riguardato proprio i ciclisti e 48 i pedoni. Nel 90% degli incidenti che hanno coinvolto biciclette è stata accertata una parte di responsabilità dei ciclisti. «Facciamo il possibile non solo sul fronte sanzionatorio, ma anche per quanto riguarda la prevenzione - spiega il vicecomandante della polizia locale di Legnano, Roberto Curati -. Multare un ciclista può apparire eccessivo, ma la pericolosità generata da comportamenti irrispettosi del codice è la stessa sia che si tratti di un’auto, una moto o una bicicletta. Per questo stiamo provando ad affrontare il problema con servizi mirati e con la prevenzione: ci siamo resi conto che non sempre i ciclisti hanno coscienza delle regole da seguire così abbiamo organizzato serate per spiegare i rischi».

Andrea Noè, ex campione di ciclismo di Robecco sul Naviglio e presidente della «Brontolo Bike», associazione che cerca di diffondere la buona pratica del ciclismo tra gli amatori, non ci sta: «Vogliamo lanciare una provocazione? Basterebbe realizzare degli attraversamenti ciclabili a fianco delle strisce pedonali. Altrimenti continueremo a riempirci la bocca con parole come “mobilità dolce” senza realizzare nulla di concreto. Ci vuole buon senso da entrambe le parti, appassionati di bici e forze dell’ordine. Se un ciclista rallenta, o si ferma, e non mette in pericolo se stesso e gli altri, perché multarlo quando attraversa sulle strisce? Vengono utilizzate semplicemente perché sono più sicure».