
Musulmani in un momento di preghiera
Magenta (Milano), 27 febbraio 2025– Caso moschea a Magenta (in provincia di Milano): il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso dell'associazione Abu Bakar, difesa dagli avvocati Luca Bauccio e Aldo Russo. I legali parlano di "decisione storica". Ma cosa hanno stabilito i giudici? Per il Consiglio di Stato è dovere del Comune di Magenta provvedere a individuare un luogo di culto per la comunità islamica dopo che il Comune stesso "ha frapposto un illegittimo e insormontabile ostacolo all'esercizio della libertà di culto" con "un diniego che, nella sua perentorietà immotivata, blocca qualsiasi prospettiva e iniziativa".
La decisione dei giudici
Secondo gli avvocati Bauccio e Russo “con questa sentenza cade l'alibi della indisponibilità delle aree, spesso usato strumentalmente per negare ai musulmani e alle minoranze religiose un diritto fondamentale, riconosciuto dalla Costituzione e dalla CEDU. Il Consiglio di Stato ricorda a tutti che l'azione amministrativa deve essere sempre orientata al rispetto della Costituzione e al soddisfacimento di legittime richieste delle minoranze religiose", spiegano i legali.
L’area per la moschea
Il 30 gennaio 2020 l'associazione Abu Bakar aveva presentato al Comune di Magenta un'istanza per l'individuazione di un'area per la costruzione di una moschea alla quale non era stato dato seguito. Nel primo ricorso, respinto nel merito dal Tar, l'associazione lamentava che l'inattività dell'amministrazione. Con la decisione di oggi, il Consiglio di Stato ha dato ragione all'associazione, spiega Bauccio, "chiarendo come sia dovere del Comune provvedere in tempi celeri e con procedure efficaci al fine di consentire l'esercizio del diritto alla preghiera, senza che l'ente pubblico possa trincerarsi in dinieghi motivati dalla laconica motivazione della mancata disponibilità di un'area".
Le reazioni
Il portavoce dell'associazione Munib Asfaq ha commentato così la notizia: "Finalmente viene riconosciuto il diritto dei musulmani alla preghiera. Questa nostra battaglia ha raggiunto lo scopo di ottenere una decisione che indica a tutti la strada corretta da seguire. Siamo musulmani e ci sentiamo a tutti gli effetti italiani. Siamo legati a questo Paese che amiamo e nel quale vogliamo vivere nel rispetto delle leggi. Abbiamo sempre agito nella piena fiducia nella magistratura. Sogniamo un paese senza discriminazioni e da oggi questo sogno è più vicino".