Magenta, un dolce per salvare la chiesa di San Rocco

Il prevosto don Marinoni ha coinvolto per l'occasione uno chef. Il ricavato della vendita servirà per il restauro della facciata

La presentazione del dolce assieme a don Marinoni

La presentazione del dolce assieme a don Marinoni

Magenta (Milano), 29 luglio 2020. «Una comunità deve saper far festa attorno all'altare ma anche sulle tavole nelle proprie famiglie ritrovando il gusto dello stare insieme«. Parole del Prevosto don Giuseppe Marinoni che nel presentare la sua ultima 'trovata' conviviale il dolce di San Rocco ha voluto accanto a sé il maestro pasticcere Roberto Montagna, nonché, alcuni volontari a cominciare da Jessica Oldani - titolare del negozio l'Aurora Floreale - sino al presidente della Pro loco Pietro Pierrettori. Così Magenta dopo il dolce di San Martino e quello di San Biagio, ora potrà gustarsi quello di San Rocco in attesa - ha annunciato il parroco - di quello di Santa Crescenzia, l'altro Santo compatrono, previsto per il prossimo maggio. 

«Una proposta - ha rivelato il religioso - che è nata quasi per caso. Ne abbiamo iniziato a discutere a febbraio in occasione del San Biagio quando eravamo lì sul sagrato con i bambini per la benedizione dei panettoni e poi in pochi mesi si è realizzata«. Iniziativa come sempre benefica, quella del pane di San Rocco, il cui ricavato che sarà raccolto come opera di liberalità e servirà per metter mano alla facciata dell'omonima chiesa. «L'ultimo restauro - ha aggiunto don Giuseppe - risale al 1978 quando c'era ancora qui a Magenta don Giuseppe Locatelli (scomparso negli scorsi mesi ndr). Indubbiamente anche qui serve un intervento«. 

Magenta così rischia di diventare a tutti gli effetti la 'Città Dolce' dopo essere stata ribattezzata quale 'Città della Musica e ovviamente della Battaglia'. Roberto Montagna ha quindi svelato i particolari di questa ghiottoneria, anche qui con ingredienti fortemente legati alla tradizione popolare nonché al territorio. Farina di riso, burro e soprattutto le more che sono la parte caratterizzante questo dolce. La caratteristica mora di Gelso che un tempo abbondava in questa zona. «Stavolta - ha detto Montagna - ci siamo dovuti accontentare delle more semi candite che ci sono sul mercato però l'intento è il medesimo«. Semplice ma bella anche la confezione curata da Jessica Oldani e da un gruppo di volontari per un numero complessivo di circa 1.500 dolci. Insomma, un gran bel lavoro di squadra come al solito. Il dolce sarà già messo in vendita con donazione libera in concomitanza delle messe dall'8 di agosto in poi fino naturalmente alla festa di San Rocco del prossimo 16 agosto.