Magenta, messa sfrattata dalla tensostruttura: resta la polemica

La comunità islamica ha chiesto la tensostruttura per la preghiera e il sindaco l’ha negata. Per evitare polemiche ha vietato anche la messa

Il sindaco Chiara Calati e a destra il parroco don Giuseppe Marinoni

Il sindaco Chiara Calati e a destra il parroco don Giuseppe Marinoni

Magenta (Milano), 3 settembre 2018 - C’è l'atmosfera rilassata di sempre alla festa del rione San Rocco a Magenta. Le volontarie alla pesca, chi al bar, chi in cucina a far da mangiare e chi alle torte. Ma appena chiedi se hanno trovato giusto spostare la Messa dalla tensostruttura alla basilica il viso si fa corrucciato. «Sono 40 anni che organizziamo questa festa – commenta Angela Tunesi – adesso salta fuori questa cosa che non si possono fare le Messe in una struttura pubblica. L’abbiamo sempre fatta qui, e quando non c’era la tensostruttura eravamo in piazza del mercato». Alla celebrazione delle 11.45 nella basilica di san Martino, officiata da padre Stefano Cankech e non dal parroco, c’erano poche persone. Una cinquantina, non di più. I volontari del rione non fanno polemica, ma avrebbero preferito che tutto si svolgesse come sempre.

Solo poche settimane fa la comunità islamica ha chiesto la tensostruttura per la preghiera e il sindaco l’ha negata. Per evitare polemiche ha vietato la Messa anche per i cristiani. Graziella Cerutti e le colleghe al banco della pesca scherzano con il parroco don Giuseppe Marinoni. Lei è contrariata per questo cambiamento inaspettato. Il parroco preferisce non commentare: «La ritengo una decisione sbagliata, ma non la commento». Don Fausto Giacobbe, già parroco a Magenta, si limita a dire poche parole: «Se si fosse svolta qui, ci sarebbero state lo stesso polemiche da altre parti». E don Luigi Castelnuovo, sacerdote storico a Magenta, sorride in maniera ironica. Sembra quasi una decisione che non piace a nessuno, ma che andava presa per forza. L’assessore alle Politiche per la famiglia, Rocco Morabito, dice che tutta la polemica poteva essere evitata con un po’ di buon senso. Arriva il sindaco, Chiara Calati, alla tensostruttura. Sorridente come sempre conferma la bontà della decisione presa. «Le sale comunali non hanno finalità religiosa. Alla fine però ha vinto la festa del rione perché, come vediamo, c’è tantissima gente. Mi aspetto i malumori della gente, è normale quando ci sono dei cambiamenti. Qualcuno ha polemizzato dicendo che, in questo modo, non si potranno più fare neanche le processioni. Le processioni si svolgono su strade pubbliche, sono altra cosa. Qui parliamo di strutture. Per la Messa del 4 giugno, giorno della rievocazione della Battaglia, all’Ossario vedremo. Ma quel che è certo è che noi terremo una linea unica per tutto».