Legnano: riecco l’Olona. A che punto è il cantiere nell’area delle ex fabbriche

Progetto su un’area di 78mila metri quadrati, 26mila dei quali sono destinati a un parco fluviale

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Una recente piena dell’Olona a Legnano

Legnano, 20 agosto 2024 – In città rispunta il fiume Olona. La riqualificazione idraulica del corso d’acqua nell’area delle ex fabbriche Bernocchi e Mottana sta entrando nella fase cruciale e da via Gabinella si possono già notare le nuove sponde del fiume, realizzate con massi ciclopici, che prendono forma dando una prospettiva diversa alla città.

Il cantiere sta trasformando le vecchie aree industriali dismesse tramite un progetto di sistemazione idraulica che prevede l’ampliamento dell’alveo del fiume e la costruzione di argini inclinati che favoriranno la naturalizzazione delle sponde e aumenteranno l’altezza media degli argini stessi.

L’area complessiva dei cinque ambiti interessati dal progetto è di 78mila metri quadrati, di cui 26mila saranno destinati a un parco fluviale e 3mila a una piazza su corso Garibaldi.

Progetto sbloccato

È un intervento atteso da tempo: l’accordo tra il Comune e i proprietari dell’area è stato firmato nel marzo 2021, dopo che quattro Amministrazioni si sono succedute contribuendo con le loro proposte alla definizione del masterplan. Questo progetto, rimasto fermo fino all’inizio del 2024, è stato curato dall’architetto Paolo Cozzi dello studio Cozzi Architetti di Legnano, e permetterà alla città di riappropriarsi di questi spazi attraverso il parco “Bio Archeologico“.

Secondo l’assessore Lorena Fedeli, la riqualificazione fluviale contribuirà a ridurre e gestire in modo sostenibile il rischio di alluvioni. “Lo sviluppo della società umana ha modificato radicalmente l’approccio alle risorse territoriali. I fiumi sono stati deviati e incanalati per proteggere dalle inondazioni e sfruttare al massimo i terreni, ma questi cambiamenti hanno spesso generato problemi di gestione delle acque, drenaggio e carenza di spazi ricreativi”.

La riqualificazione, prosegue l’assessore, “può diventare un catalizzatore per trasformare le città, ristabilendo il legame tra i fiumi e le comunità, e sensibilizzando le persone sui benefici che i fiumi possono offrire, come ecosistemi ricchi, in grado di fornire acqua, cibo, spazi per il tempo libero, boschi per contrastare i cambiamenti climatici. Il ripristino delle condizioni naturali migliora la resilienza degli ecosistemi fluviali, permettendo un uso sostenibile e multifunzionale dei corsi d’acqua".