ROBERTO CANALI
Cronaca

La rabbia di Como "Vogliamo ospitare noi il centro federale degli sport del ghiaccio"

Il sindaco Alessandro Rapinese si scaglia contro Galimberti "Quella struttura sarebbe più utile qui, abbiamo un impianto vetusto. I varesini, egoisti e famelici, mirano solo a costruire un doppione".

La rabbia di Como  "Vogliamo ospitare noi  il centro federale  degli sport del ghiaccio"

La rabbia di Como "Vogliamo ospitare noi il centro federale degli sport del ghiaccio"

di Roberto Canali

Tra Como e Varese, specie quando c’è di mezzo lo sport, non serve tanto per litigare. Questa volta il derby si è scatenato sui 25 milioni di euro che Regione Lombardia è pronta a distribuire grazie ai fondi del Pnrr per la realizzazione del Centro federale degli sport del ghiaccio. Como e Varese sono entrambe in lizza per aggiudicarsi le risorse e Varese, che l’ottobre scorso ha inaugurato il nuovo palazzo del Ghiaccio con annessa piscina, palestra e campi da paddle ha deciso di giocare in contropiede indirizzando una lettera, firmata dal sindaco Davide Galimberti, dal presidente della provincia Marco Magrini e da quello della Camera di commercio per spiegare a un altro "varesino doc", il presidente della Regione Attilio Fontana, perché i fondi devono prendere la via della Città Giardino. Abbastanza per suscitare le ire del primo cittadino di Como, Alessandro Rapinese, che da ex giocatore di hockey ha deciso di riprendere in mano la mazza per tirare un paio di colpi, "metaforici", agli avversari di sempre.

"A Varese i giovani sportivi del ghiaccio sono a già a posto per almeno i prossimi trent’anni - spiega –. Nonostante ciò Varese vuole anche vedersi assegnare da Regione Lombardia fondi pubblici del Pnrr per costruire un ulteriore nuovo palazzetto del ghiaccio completo di due ulteriori piste. La richiesta di Varese è legittima ma si qualifica come un raro caso di egoismo, ingordigia, avidità, famelicità, voracità e insaziabilità senza precedenti nella storia della Repubblica. Sta cercando di costruire sul proprio suolo doppioni, che tra l’altro alla comunità non servirebbero a nulla". Sul Lario, invece, quei fondi farebbero comodo eccome. "A Como il palazzetto è all’aperto e consente di praticare gli sport del ghiaccio solo quando le temperature lo consentono – conclude Rapinese – Appena le temperature salgono, fine della festa. Quello di Varese è solo un grande capriccio".