La messa a un anno dalla strage Samarate si stringe a Nicolò

Nella notte dell’orrore Alessandro Maja uccise la moglie Stefania e la figlia Giulia

La messa a un anno dalla strage  Samarate si stringe a Nicolò

La messa a un anno dalla strage Samarate si stringe a Nicolò

È trascorso un anno dalla strage familiare di Samarate: la notte dell’orrore tra il 3 e 4 maggio quando Alessandro Maja, 58 anni, uccise nella villetta in via Torino la moglie Stefania Pivetta, 56 anni, la figlia Giulia,16 anni, e ridusse in fin di vita, a colpi di martello,il figlio di 24 anni, Nicolò. Un anno fa Nicolò era in un letto d’ospedale, in coma, in condizioni disperate,l’intera comunità di Samarate si stringeva ai nonni, agli zii, pregava per il giovane. Nicolò con la sua forza, il suo coraggio, con il sostegno dei nonni materni, Giulio e Ines, ha superato i mesi più drammatici,nel ricordo della mamma e della sorella, che sente sempre vicine, ha cominciato il suo lento cammino di recupero psicologico e fisico. A un anno di distanza l’altra sera la chiesa parrocchiale di Samarate per la messa in suffragio di Stefania e Giulia era piena di gente, profonda la commozione dei presenti, c’era il sindaco Enrico Puricelli, tanti cittadini, amici, compagni di scuola. In prima fila accanto al nonno, Nicolò, che ha sentito di nuovo forte l’abbraccio di tante persone, una comunità che ha pregato per lui nelle settimane del suo ricovero in ospedale, che si è ritrovata in chiesa, salda nella preghiera e nel ricordo di Stefania e Giulia e che da un anno è come una grande famiglia. Nicolò che attende giustizia, che domanda e vuole sapere perché il padre ha distrutto la sua famiglia, perché gli ha tolto in modo così barbaro la mamma e la sorella. La risposta che attende anche il nonno Giulio, forte come una quercia, un angelo custode per Nicolò, "Perché l’ha fatto?" anche per lui, papà di Stefania, nonno di Giulia, la domanda assillante da un anno. Nicolò con forza va avanti, nel cuore il ricordo della mamma e della sorella, "l’unica cosa che posso fare è onorare la loro memoria – dice – e cercare di stare meglio". Nicolò che con coraggio si fa testimone contro la violenza sulle donne, Nicolò che, appassionato di volo, con brevetto in tasca, sogna un giorno di poter lavorare nell’aeronautica . Giorni fa è salito di nuovo su un aereo, accolto da piloti e hostess, un Airbus A380 di Emirates parcheggiato a Malpensa. Ora è in attesa di poter essere sottoposto a un intervento chirurgico di ricostruzione di una parte del cranio, l’auspicio è che arrivi presto per il suo recupero. Rosella Formenti