ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Il sogno si è realizzato. Lo zafferano "solidale"

Quindici anni fa l’avvio di una piccola coltivazione della famiglia Berutti. Dai primi 100 a diecimila bulbi: la spezia finanzia due progetti sociali.

Il sogno si è realizzato. Lo zafferano "solidale"

Il sogno si è realizzato. Lo zafferano "solidale"

Cresce a Busto Arsizio uno zafferano speciale: la spezia coltivata nella periferia della città, nella zona di Madonna in Veroncora, è di qualità certificata e anche solidale, perché buona parte del ricavato dalla commercializzazione va a sostegno di progetti sociali. La storia dello zafferano bustocco inizia nel 2008 quando Simona Berutti lancia l’idea al papà Franco, ottimo contadino per hobby, di provare a coltivare i bulbi della spezia nell’orto di casa. "Papà si è subito appassionato, così piantammo i primi 100 bulbi, arrivati dall’Umbria, ma nessuno di noi pensava allora al risultato che avremmo ottenuto negli anni" racconta Simona che, con l’intera famiglia, i fratelli Cinzia, Chiara, Andrea e il cognato Massimo, si alterna nella raccolta.

La coltivazione si moltiplica e viene trasferita in un campo, alla periferia della città, dove oggi sono 10 mila i bulbi interrati. Successivamente nasce l’azienda agricola “Il campo della merla“, piccola realtà familiare creata da Franco Berutti con i figli per poter commercializzare il prodotto. Di anno in anno la produzione, che segue il Disciplinare dello zafferano d’Abruzzo, aumenta: il bulbo della “magica“ polverina gialla ha trovato il terreno ideale anche a Busto Arsizio, l’impegno è per un prodotto di qualità riconosciuto da slow food, con la partecipazione ai suoi mercatini, e certificato dall’Università di Milano.

In questi giorni si sta concludendo la raccolta che ha impegnato la famiglia Berutti per l’intero mese di ottobre, seguita a distanza da papà Franco che per età, 86 anni, non può più dare l’aiuto nel campo come vorrebbe, ma quotidianamente si informa sull’attività, a cui ha dedicato con passione gli anni da pensionato. "Nel mese del raccolto – continua Simona – ogni mattina presto dobbiamo raccogliere i fiori prima che la corolla si apra, quindi li portiamo a casa, li stendiamo su un tavolo d’acciaio, si staccano gli stimmi, che sono passati al setaccio e poi messi ad essiccare utilizzando il calore della stufa a legna, successivamente messi nei vasetti". Lo zafferano confezionato è venduto a privati, pasticcerie, panetterie, gruppi di acquisto solidale. Il ricavato è per buona parte destinato a due progetti sociali: la Scuola delle mamme, all’istituto comprensivo De Amicis di Busto Arsizio, per l’integrazione di donne e minori stranieri con corsi di italiano, e l’associazione di psicologi SalutarMente di Moncalieri.