ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Il nucleare cambia. Ispra, si smantella il reattore di ricerca. E via le scorie

Costruito tra il 1957 e il 1958, accordo di collaborazione tra Jrc e Sogin per lo sviluppo, la dismissione e la gestione dei rifiuti radioattivi. Il patto durerà cinque anni. Romani: percorso basato sull’innovazione.

Il nucleare cambia. Ispra, si smantella il reattore di ricerca. E via le scorie

Il nucleare cambia. Ispra, si smantella il reattore di ricerca. E via le scorie

Firmato ieri mattina al Centro Ricerche a Ispra l’accordo tra JRC (Joint Research Centre) e Sogin per lo sviluppo e l’attuazione di una strategia comune da applicare allo smantellamento nucleare e alla gestione dei rifiuti, un passo importante. "È il risultato di un percorso basato su tecnologia, innovazione e visione – ha detto il presidente del Consiglio regionale Federico Romani intervenuto alla cerimonia – il risultato dell’intelligenza di donne e uomini che lavorano con passione, energia e competenza". Ha continuato "Il tema del decommissioning e della gestione dei rifiuti radioattivi è strategico per l’intero continente europeo e deve essere affrontato a livello comunitario mettendo in rete tutte le esperienze e le competenze dei singoli Paese. Il futuro sono le centrali a fusione nucleare in grado di produrre energia pulita". È un percorso lungo, quindi ha sottolineato "ma l’Italia ha competenze uniche ed è all’avanguardia nello sviluppo di programmi di ricerca e sviluppo della fusione nucleare".

L’accordo segna l’avvio del percorso per lo smantellamento del reattore di ricerca Ispra-1 situato nel complesso del Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea a Ispra. Costruito fra il 1957 e il 1958, è stato utilizzato per studi e ricerche sulla fisica del nocciolo, su nuovi materiali per la costruzione dei reattori commerciali, sui flussi neutronici e sulle loro interazioni con la materia vivente e per la formazione di una nuova generazione di tecnici per i programmi nucleari europeo e italiano. Ieri mattina la firma all’ accordo che ha una durata di cinque anni e prevede tre obiettivi: promuovere la cooperazione nello sviluppo di approcci innovativi per la risoluzione di questioni tecniche e scientifiche nella disattivazione nucleare e nella gestione dei rifiuti radioattivi; sviluppare sinergie e progetti condivisi; favorire iniziative congiunte di formazione del personale. Romani nel suo intervento ha anche parlato della necessità di superare il "tabù nucleare". Ha detto: "Il nucleare non è più quello di 20 o 30 anni fa. La centrale di Springfield del cattivo signor Burns dei Simpson non esiste", poi un passaggio sui reattori, "quelli più recenti, di terza o quarta generazione, hanno livelli altissimi di sicurezza e una elevata sostenibilità ambientale". Ha quindi continuato "Il nucleare è una fonte energetica che non emette gas serra, quindi perfetta per combattere l’innalzamento della temperatura".

In merito al problema dell’indipendenza energetica Romani ha sottolineato "Abbiamo bisogno di una visione di lungo periodo per superare la crisi contingente e garantire la sicurezza e l’indipendenza energetica in maniera strutturale. È sull’energia che in futuro si giocherà la capacità di competere del Paese. Per questo dobbiamo superare stereotipi, barriere ideologiche e fake news". Ha concluso: "La Lombardia è pronta a fare la propria parte".