I Legnanesi: vanno in scena gli avvocati

Che fosse tribolato il divorzio tra la “Teresa” e il “Gioann” si sapeva, ora la conferma: approda in tribunale la causa di separazione artistica

La “Teresa“ Antonio Provasio con Luigi Campisi nei panni del “Gioann“

La “Teresa“ Antonio Provasio con Luigi Campisi nei panni del “Gioann“

Legnano (Milano), 1 dicembre 2020 - C’eravamo tanto amati. Se ci fosse un titolo da dare a questa nuova commedia, sarebbe certamente quello più adatto. L’ex Giovanni dei legnanesi, al secolo Luigi Campisi, trascina in tribunale la “Teresa“ e tutta la compagnia dialettale più famosa d’Italia. In un primo tempo l’appuntamento era fissato per il 2 dicembre al tribunale di Busto Arsizio, l’udienza è stata però spostata a metà mese, al 16, ma visto il momento poco felice a livello pandemico probabilmente verrà ancora rinviata, esattamente come rinviati sono tutti gli spettacoli della compagnia che attende buone nuove dal prossimo Dpcm del Governo. C’eravamo tanto amati, dicevamo, ma adesso come spesso succede sarà il giudice a stabilire quanto eventualmente costerà il divorzio in casa Colombo e chi dovrà pagare. Il tutto ha avuto inizio nell’ottobre del 2019 quando in uno scarno comunicato la compagnia faceva sapere al mondo dello spettacolo locale e non, ma soprattutto alle migliaia di fan in giro per mezza Penisola, la decisione di cambiare attore: "Il Giovanni avrà un altro volto, ma i baffi e il cappello continueranno ad essere segni distintivi di un personaggio amatissimo, con le sue contraddizioni e la sua profonda autenticità". Un messaggio secco e nitido dopo mesi e mesi di gossip e messaggi che avevano intasato i social in una guerra fra opposte tifoserie. Un messaggio che da allora in avanti avrebbe creato non pochi malumori fra gli appassionati della commedia dialettale, inevitabilmente divisi in due fronti, spesso - o quasi sempre - contrapposti.

Sull’azione legale oggi Campisi non ha voluto rilasciare nel merito alcuna dichiarazione, limitandosi a dire: "Non ho nulla da aggiungere...". Dal canto suo Antonio Provasio, la “Teresa“ in carne ed ossa ha optato per un netto "No comment". Provasio aveva invece commentato nell’estate del 2019 gli attacchi via Facebook dei fan di Campisi che non gli erano piaciuti. Sulla scelta dello storico Giovanni aveva chiarito: "È con noi fino a ottobre poi vedremo. Se decide di andare in pensione non è colpa mia. Anche questa è una situazione montata dal nulla. Comunque sia, i personaggi dei Legnanesi ci saranno sempre. Del resto, quando è morto Musazzi, chi avrebbe detto che sarebbero continuati ad esistere?". Fatto è che nell’ottobre del 2019 fece il suo debutto al posto di Campisi, Lorenzo Cordara, 42enne attore di Abbiategrasso. Gli scomodi e larghi panni del Giovanni Cordara li ha indossati a teatro il 6 novembre dello scorso anno con l’esordio sul palco di Cassano Magnago con lo spettacolo “Non ci resta che ridere“. Per qualcuno ottimo debutto, per i fan del vecchio Giovanni un esordio timido. Tutto nel nome di un braccio di ferro fra titani: la Teresa, che con Provasio ha raggiunto vette persino inesplorate dallo stesso Musazzi, e il Giovanni per antonomasia. I due si conoscono da anni. Campisi era subentrato nel lontano 1978 al posto di Livio Barlocco nel ruolo del Giovanni.

L’attore era stato scelto dallo stesso Felice Musazzi nel lontano 1971, a soli 16 anni, nel ruolo di comparsa. Poi per lui si era aperta la strada del ruolo chiave che l’ha consacrato per anni sui palchi calcati dal Legnanesi e sui teleschermi locali e nazionali. Antonio Provasio entrò invece nella compagnia teatrale dialettale nel settembre 1981. Dal 1998 al 2004 aveva fatto parte della “Compagnia teatrale Felice Musazzi“, interpretando la “Teresa“, poi continuata dal 2004 in avanti nella compagnia riunificata dopo lunghe vicende burocratiche. Due talenti, due amici quasi fraterni, che oggi potrebbero ritrovarsi al centro di uno scontro a suon di carte bollate e richieste di risarcimenti in una situazione questa volta che ha più del teatro di avanguardia che di quello dialettale.