Christian Sormani
Cronaca

Canegrate e San Giorgio, i residenti aprono alla fusione: «Se migliora le cose perché no?»

I residenti dei due Comuni non sono a priori contrari all'unione dei due Comuni

Il municipio di Canegrate

San Giorgio su Legnano (Milano), 11 maggio 2015 - «Uniamo i paesi per tagliare gli sprechi, risparmiare ed avere così la possibilità di svincolarsi da questo patto di stabilità che ci impedisce di spendere i nostri soldi». Lancia una provocazione neppure troppo sottile il sindaco di San Giorgio su Legnano Walter Cecchin. Lo Stato ha tagliato ancora una volta i trasferimenti, nonostante i cittadini continuino a pagare sempre più tasse. Una situazione identica per tutti i paesi del circondario con i medesimi problemi: strade rotte, servizi ridotti all’osso, poche e se non nulle iniziative culturali. Da qui l’idea di far nascere una nuova realtà, unendo due Comuni da sempre vicini. «Non ci vedo nulla di male – spiega Sabrina Losa –. Secondo me la situazione sarebbe sicuramente migliore per entrambe le realtà. Dovesse sbloccarsi qualche soldo poi la cosa si farebbe davvero interessante».

La fusione per il diritto amministrativo italiano è l’unione fra due o più comuni contigui, disciplinata dal «Testo Unico degli Enti Locali» del 2000 che prevede come dette modificazioni devono essere deliberate dalla Regione, sentite le popolazioni interessate, nelle forme previste dalle leggi regionali. «Io sono d’accordo – spiega Mariana Rossi –. Secondo me tutto ciò che può portare beneficio e risparmio ai cittadini è davvero ben voluto dalla gente. Non serve neppure fare un referendum». Nel 2015 in Italia si sono già avute una decina di fusioni, una delle quali in Lombardia con La Valletta Brianza comune di quasi 5000 abitanti istituito dalla fusione dei comuni di Perego e Rovagnate, in provincia di Lecco.

«Ne ho sentito parlare qualche mese fa – spiega Marinella Luce – Mi sembra che abbiano poi fatto un referendum alla fine per decidere. Non sarebbe male, almeno avremmo una realtà che conta davvero di più rispetto all’attuale».L’iter del nuovo Comune lecchese ha previsto per i due enti un referendum consultivo che si è tenuto lo scorso novembre, sul quale la maggioranza dei votanti di Rovagnate e di Perego ha optato per il sì al nuovo Comune e alla sua nuova denominazione. «Ma cosa ne sarà della toponomastica? Bisognerà rifarla tutta? – domanda preoccupata Angela Raimondi – Sappiamo che ci sono molte vie in comune e sarebbe davvero un bel problema da risolvere».