Funerali Carol Maltesi, via libera della Procura

La cerimonia si svolgerà a Sesto Calende, in provincia di Varese

Carol Maltesi

Carol Maltesi

C'è perlomeno una data, quella del 6 giugno, per l'ultimo saluto a Carol Maltesi, la donna di 26 anni uccisa e poi fatta a pezzi dal vicino di casa Davide Fontana, 43 anni, a Rescaldina. La Procura di Busto Arsizio ha dato il via libera alla restituzione della salma della giovane donna alla famiglia. Nei giorni scorsi sembrava che il momento dei funerali dovesse essere ulteriormente rinviato, ma adesso è arrivata la decisione. I funerali di Carol Maltesi si svolgeranno il 6 giugno alle 10 nell'abbazia di San Donato a Sesto Calende, in provincia di Varese, dove vive la madre della ragazza.

L'epilogo, perlomeno per quanto riguarda l'aspetto umano, di questa tragica vicenda arriva dopo oltre due mesi dal ritrovamento del corpo e dopo più di cinque dall'omicidio. Davide Fontana, il vicino di Carol Maltesi a Rescaldina, ha confessato di averla uccisa quasi subito dopo essere stato braccato dalle forze dell'ordine. I due avevano una relazione, ma la intendevano in modo diverso: lui l'amava, lei no. E questo avrebbe portato Davide Fontana a ucciderla. Decidendo poi, in maniera molto lucida visto che aveva con cura eliminato i tatuaggi che potessero portare al riconoscimento di Carol Maltesi, di fare a pezzi il cadavere e nasconderlo in un frigo acquistato per l'occasione. Gettando poi il corpo nella scarpata a Borno, nel Bresciano. 

Il ritrovamento del cadavere fatto a pezzi di una donna aveva sin da subito fatto scattare le indagini e pochi giorni dopo ecco la tragica scoperta: quel corpo era di Carol Maltesi. Il 6 giugno l'epilogo con i funerali a Sesto Calende. La vicenda giudiziaria, invece, non è di fatto ancora cominciata: Davide Fontana è in carcere: "Totale mancanza di ogni senso di umana compassione. Traspare limpidamente dalla modalità con cui distrugge il cadavere di Carol Maltesi che sia stato mosso esclusivamente dalla finalità di salvare se stesso, così facendo scempio dei resti della donna, cui pure ancora oggi afferma di aver tenuto sopra ogni cosa" si leggeva nell'ordinanza di custodia cautelare del gip del tribunale di Brescia.