CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Festa di fine Ramadan. Il Tar striglia il Comune: "Dia risposta agli islamici"

Bagarre a Turbigo per la richiesta avanzata dalla comunità musulmana . Ora il diktat del tribunale regionale: il Municipio si pronunci entro le 14 di oggi.

Festa di fine Ramadan. Il Tar striglia il Comune: "Dia risposta agli islamici"

Festa di fine Ramadan. Il Tar striglia il Comune: "Dia risposta agli islamici"

Sulla festa di fine Ramadan a Turbigo è dovuto intervenire il Tar della Lombardia che ha imposto al comune di dare una risposta entro le 14 di oggi. La decisione del giudice si fonda sullo statuto del comune, secondo cui a ogni istanza gli uffici devono rispondere entro 30 giorni dalla data del protocollo. La richiesta da parte della comunità musulmana del paese era stata presentata il 26 febbraio scorso, chiedendo uno spazio nel quale poter festeggiare la fine del Ramadan. Proprio nel giorno di Pasqua, il tribunale amministrativo aveva chiesto al sindaco Fabrizio Allevi di individuare un luogo ed in caso contrario di spiegare "le ragioni della indisponibilità". Da parte sua l’amministrazione comunale e il sindaco in primis, ha spiegato di non disporre di spazi adatti per cerimonie di questo genere che richiamano centinaia di persone: "Spazi adeguati per grandi concentramenti di persone non ne abbiamo" ha spiegato il primo cittadino. La nutrita comunità islamica ha sollecitato più volte l’amministrazione comunale e il legale dei musulmani, Luca Bauccio, ha poi affermato: "Disparità e discriminazioni non sono tollerabili in un paese democratico. Aspettiamo una risposta sollecitata più volte perché tutto questo è contro la Costituzione e la legge. I musulmani non sono cittadini di serie B. Intendiamo opporci contro ogni forma di discriminazione e se costretti chiederemo i danni". Un copione che si ripete quello di Turbigo dove, già lo scorso anno, il comune aveva negato ai musulmani uno spazio per la festa di fine Ramadan. Sulla questione è intervenuta anche l’eurodeputata della Lega, Isabella Tovaglieri: ""I fedeli musulmani si mettano in regola e poi chiedano spazi, senza reciprocità è problematico rispondere alle richieste. Le crescenti richieste di spazi per questa ricorrenza islamica mettono sempre più in difficoltà le nostre amministrazioni. Il diritto alla preghiera è costituzionalmente garantito a tutte le minoranze religiose, ma in mancanza di un’intesa che regoli i rapporti tra la comunità musulmana e lo Stato italiano, che ricalchi le intese esistenti con altre confessioni religiose, i sindaci sono lasciati soli nel dover decidere se accogliere o meno queste richieste, che spesso preoccupano la cittadinanza e possono comportare anche misure organizzative e di ordine pubblico, non facilmente gestibili dai piccoli comuni".