
Runner
Legnano, 25 settembre 2014 - Era stato inaugurato con tanto di taglio del nastro alla presenza delle autorità cittadine il primo luglio del 2008. Oggi giace in un magazzino del comune di Legnano, nella vana attesa che qualcuno lo possa sistemare. Il comune di Legnano è stato il primo ente pubblico in Italia, e uno dei primi in Europa, dopo Olanda, Regno Unito e Ungheria, a dotarsi del ‘Time Point’, una innovativa attrezzatura a disposizione di chi fa jogging per avere un sistema di cronometraggio permanente. Il sistema comprendeva componenti fondamentali quali il lettore, le antenne e il display esterno. Le antenne servivano a rilevare il transito dei chip indossati da ciclisti e podisti durante gare ed allenamenti. Nel momento in cui questo chip transitava sulle antenne, affogate nell’asfalto in corrispondenza dell’area di passaggio, il relativo codice e tempo erano incamerati dal lettore, il ‘cervello’ del Time Point.
In questo modo lo sportivo, durante l’allenamento, aveva la possibilità di vedere sul display il numero di giri percorsi, il tempo sull’ultimo giro e il tempo totale. Tutti i dati relativi all’allenamento venivano trasmessi in diretta sul tabellone elettronico e venivano resi disponibili sul sito www.mychampionchip.com per la consultazione, l’archiviazione e il confronto con altri utenti in tutto il mondo. Una sorta di diario on-line degli allenamenti condivisibile con la comunità mondiale degli sportivi. Una novità costata circa 30mila euro alle casse del comune di Legnano che è però andata dopo pochissimi anni in soffitta a causa del suo mancato funzionamento.
I tecnici ci hanno studiato per mesi, arrivando alla conclusione che il suo malfunzionamento era causato da una interferenza elettromagnetica via cavo dopo che i tecnici avevano posizionato una nuova pompa idraulica nel laghetto presente al parco Castello. Dal 2011 i tecnici non sono riusciti a trovare soluzioni economicamente sostenibili. Il semplice isolamento dei cavi non sarebbe bastato a risolvere la situazione che necessitava di una costruzione di una linea dedicata o l’intera sostituzione di cavi schermati. Inutile dire che per la casse del Comune si tratterebbe ora di un esborso non realizzabile, vista l’epoca di ‘dieta forzata’. Da qui la decisione di togliere del tutto il tabellone elettronico, finito in un magazzino e non certo agevolato dalle nuove tecnologie con gli smartphone capaci tramite applicazioni apposite di fare il medesimo lavoro. Questo in parole povere significa: addio tabellone elettronico e con lui anche l’investimento per portarlo in città.