Coronavirus, Rsa Accorsi: "Davamo le medicine con un solo cucchiaio"

Testimonianza choc:"Quelli usa e getta non c’erano così come sono mancati per settimane altri dispositivi. Minimizzavano l’allarme"

Nella casa di riposo legnanese si sono registrati trenta decessi

Nella casa di riposo legnanese si sono registrati trenta decessi

Legnano, 4 maggio 2020 - «Per settimane abbiamo somministrato le prescrizioni mediche agli ospiti usando gli stessi tre cucchiaini di metallo, lavati sotto l’acqua e mai sterilizzati, perché mancavano i cucchiaini di plastica: se dobbiamo cercare come si è diffuso il contagio forse si deve anche partire da lì": una nuova testimonianza che arriva all’interno della rsa Accorsi mette ancora una volta sotto accusa la mancanza di dpi adatti ad affrontare una situazione di emergenza all’interno della struttura. A fornirla sono ancora gli operatori che hanno lavorato, o ancora lavorano, nella Rsa già visitata dagli ispettori dell’Ats e dai Nas e oggetto di un esposto alla magistratura presentato dai famigliari degli ospiti, lasciati senza notizie sulle condizioni dei loro cari.

«Il fatto è proprio questo – spiega –: dare le terapie in questo modo significa avere acceso la miccia del contagio. Non avevamo alcuna dotazione minima: gli operatori hanno fatto il possibile ma anche quando si parla di disidratazione degli ospiti, l’unica soluzione non era il bicchiere d’acqua, ma fare ricorso alle flebo. Flebo che, però non c’erano: le dotazioni sono arrivate solo pochi giorni fa". Ma che risposta avevate quando chiedevate una tutela anche per gli operatori? "La caposala ci diceva che non c’era nessun virus da noi in struttura e il direttore diceva di togliere il “tutone“ di protezione che qualche operatore aveva osato mettere ". Nella rsa il numero dei degenti è dimezzato: gli oltre trenta decessi registrati e i tredici ospiti a ieri ricoverati in ospedale hanno fato sì che nella struttura ci siano ora 50 degenti. Tredici sono negativi e isolati in un’area "bianca": tutti gli altri o sintomatici o positivi, tre dei quali in condizioni pessime. Il direttore è assente dal 16 aprile, pure lui malato, e la caposala dal 10 aprile ma non è stata sostituita: impartisce ordini via telefono.