
L’ex comandante della Polizia locale di Trezzano Salvatore Furci
Corbetta (Milano) - Arriva un’altra condanna nel caso che vede vittima la comandante della Polizia locale di Corbetta Gaia Lia Vismara. Dopo la condanna di Salvatore Furci alla pena di otto anni di reclusione, avvenuta giusto un mese fa, è arrivata anche quella della moglie. Davanti al pm Gianluca Prisco il gup presso il Tribunale di Milano Massimo Baraldo ha condannato Anna Guarnaccia alla pena di due anni e sei mesi di reclusione per concorso nel reato di occultamento della droga nell’auto della comandante della Polizia locale di Corbetta e nella calunnia della stessa. Presente in aula anche la parte civile rappresentata dall’avvocato Roberto Grittini.
Il danno accertato è da liquidarsi in separata sede civile. La moglie dell’ex comandante della Polizia locale di Trezzano sul Naviglio, secondo la sentenza, ha contribuito alla commissione del reato fornendo informazioni importanti allo stesso Furci pur senza parteciparvi materialmente. Informazioni che vertevano sull’ora in cui cominciava, quella sera di gennaio di due anni fa, la partita di pallavolo nella palestra di Baranzate di Bollate alla quale avrebbe poi effettivamente preso parte la Vismara.
Informazioni sulla fine dell’incontro, sul modello di auto che avrebbe utilizzato, oppure su dove si trovava parcheggiata. Tutti dati importanti inviati tramite messaggi e sfruttati per mettere materialmente lo stupefacente nel veicolo della comandante con il fine di consumare la vendetta.
Dati che la Guarnaccia, classe 1980, ha probabilmente ottenuto sfruttando la sua conoscenza della Vismara e sapendo della partita che si sarebbe svolta all’inizio del mese di gennaio del 2020, lavorando anche lei come agente della Polizia locale presso il comune di Cinisello Balsamo. Il ruolo della moglie di Furci è dunque quello di una persona che ha agito nell’ombra, distante da chi ha lavorato materialmente, ma allo stesso tempo fornendo elementi importanti. "Il cerchio si chiude con questo importante tassello – ha commentato l’avvocato di parte civile Roberto Grittini – siamo, naturalmente, soddisfatti per l’esito di queste sentenze che chiariscono definitivamente l’accaduto e che dimostrano chi ha messo la droga nell’auto della comandante corbettese. Ora arriva anche la dimostrazione di chi ha fornito gli aiuti del caso a Furci".