Santo Stefano Ticino: alla Citterio la protesta degli abiti

I sindacati: "Nel salumificio indumenti igienizzati solo ai dipendenti con contratti superiori a un anno"

Giorgio Ortolani segretario di Nidl-Cgil Ticino-Olona

Giorgio Ortolani segretario di Nidl-Cgil Ticino-Olona

Santo Stefano Ticino (Milano) - I lavoratori assunti da più di un anno sono dotati di indumenti lavati e igienizzati. Gli altri no. È certamente una differenza rilevante dal punto di vista igienico-sanitario se si lavora in un ambiente dove l’igiene è fondamentale, come nella produzione di alimenti. Questa disparità di trattamento è stata verificata tra i lavoratori della Citterio, nota azienda rhodense per la produzione di salumi, che ha nel Magentino il suo più importante stabilimento.

Disparità di trattamento che ha generato una denuncia inoltrata dal sindacato Nidl-Cgil al Bcrgs Food, l’organismo di certificazione della produzione degli alimenti, senza la cui autorizzazione la Citterio non potrebbe esportare i suoi prodotti negli Usa e nel Regno Unito. Sono sempre di più le aziende che per le loro produzioni si avvalgono di lavoratori somministrati, ovvero lavoratori "presi in prestito" dalle agenzie, messi a lavorare a fianco dei dipendenti assunti, con le stesse mansioni ma con tutele e retribuzioni differenti. Giorgio Ortolani, segretario dalla Nidl-Cgil Ticino Olona, di queste situazioni ne sta raccogliendo diverse. "Il Bcrgs Food - spiega Ortolani - prevede che per avere tale certificazione le aziende procedano alla fornitura degli indumenti da lavoro e al loro lavaggio ed igienizzazione per tutti i dipendenti (inclusi dipendenti a termine e personale somministrato) onde evitare contaminazioni dei cibi".

Nello stabilimento di Santo Stefano Ticino invece "gli indumenti da lavoro vengono lavati e igienizzati solo al personale che è in azienda da più di un anno. Come se gli indumenti dei lavoratori precari fossero indenni da possibili contaminazioni. Siamo in questo caso non solo di fronte a una violazione della legge sulla parità di trattamento, che carica sui lavoratori somministrati il costo del lavaggio degli indumenti da lavoro, ma anche in presenza di una violazione delle norme igieniche che Citterio si è impegnata a rispettare". L’azienda non commenta, anche se trapela la disponibilità a risolvere quanto prima la questione dei "panni sporchi".