Risposte dai gestori del centro per la produzione di bio metano di via Novara dopo l’intensificarsi dei miasmi che, prodotti dallo stesso impianto, hanno interessato tutta la zona? Non pervenute e non solo alle richieste di Arpa, che era stata coinvolta negli ultimi giorni dopo le proteste e l’interessamento di alcuni consiglieri comunali di Fdi, ma anche ad Amga spa che, nel ruolo di "mediatrice" di queste situazioni, aveva sottoposto per settimane gli stessi quesiti senza ottenere alcuna replica dagli attuali gestori dell’impianto legnanese.
A segnalare negli ultimi giorni i miasmi oltre ogni limite provenienti dalla stazione di compostaggio di via Novara, come detto, erano stati pochi giorni fa i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia che, allertati dai cittadini, avevano sottoposto la questione agli uffici del Comune inviando una mail di protesta.
A fronte dell’odore nauseabondo proveniente dall’impianto attualmente gestito da BioEnerys (società del gruppo Snam), Arpa, investita del problema, aveva infatti ricontattato i consiglieri comunali legnanesi segnalando che l’impianto non risultava raggiungibile ai numeri di emergenza indicati.
Il Comune, invece, si è affidato al ruolo di interlocuzione di Amga spa, società che si occupa di raccolta rifiuti e che aveva aperto la strada alla realizzazione dell’impianto. Anche in questo caso, però, Amga spa ha spiegato che anche i tentativi di contattare i gestori a fronte delle proteste dei cittadini per i continui odori, erano risultati inutili e nessuna risposta era arrivata alle richieste.
In ogni caso, dunque, dai gestori non arriva alcun chiarimento. L’impianto per la produzione di biometano legnanese, progettato per trattare oltre 50mila tonnellate di rifiuti organici all’anno - 40mila di frazione organica vera e propria conferita in gran parte dai Comuni gestiti dalla raccolta di Amga e 12.400 di verde - e "trasformarle" in 4 milioni di metri cubi di metano e 14mila tonnellate di compost, era stato inaugurato nel 2022. Facile ricordare oggi quali fossero le eccezioni portate da chi si opponeva alla realizzazione dell’impianto: il potenziale inquinamento e, in secondo luogo, i miasmi che l’impianto avrebbe potuto produrre.
Allora amministratori, rappresentanti di Amga spa e dei realizzatori-gestori dell’impianto, avevano rassicurato portando dati e simulazioni: il tema, invece, torna oggi prepotentemente di attualità, così come la capacitò del gestore di rispondere in tempo reale alle criticità.