
Una battuta di caccia
Abbiategrasso (Milano), 3 marzo 2019 - Il settore venatorio potrebbe offrire delle opportunità di lavoro ai giovani? A questa domanda ha cercato di dare risposte, con esempi concreti, il convegno che si è svolto ieri mattina a palazzo Stampa, promosso dalla Federcaccia di Milano, Monza e Brianza. Certo è che per cercare una occupazione in questo ambito bisogna innanzitutto avere delle motivazioni, essere, come ha sottolineato Rodolfo Grassi presidente provinciale, «autentici amanti della natura, incapaci di rimanere innamorati della sola contemplazione». C’è già chi in questo ambito ha trovato un lavoro. Due ragazze – che hanno portato la loro testimonianza – nate in un ambiente di cacciatori: Antonella Labate che dopo una laurea in biologia si è avvicinata a Federcaccia e ora è responsabile dell’ufficio faunistico, e Caterina Pusterla figlia di un gestore di riserve di caccia che ora lavora in questa stessa attività di famiglia. «In Federcaccia c’è molto da fare, anche solo dal punto di vista dei social, un ambito espressamente giovanile» ha sottolineato Labate.
«Nelle riserve – aggiunge Caterina Pusterla – servono guardiaparco, accompagnatori, allevatori di cani e anche persone che sappiano affrontare le questioni turistiche». «La nostra azienda – ha detto Silvio Zavaglio della Beretta – assume periodicamente dei giovani per le proprie produzioni. Abbiamo un’ottima collaborazione con le scuole bresciane». Luca Agnelli, già assessore provinciale all’agricoltura, ha sottolineato come negli enti, sia quelli di gestione sia quelli di ricerca, ci sia bisogno di persone competenti. «Basti pensare alla sola gestione della fauna nelle zone aeroportuali».
Un dato che non può essere tacciato di parte, fornito dal Wwf, fa emergere che esiste una carenza professionale nei parchi nazionali pari almeno all’80% di quelli necessari (figure come quelle di un biologo, di un naturalista o di un agronomo forestale) mentre le persone che si occupano di biodiversità sono meno del 10%.
«In Lombardia era stata approvata nell’ormai lontano 1993 una legge per l’istituzione dell’osservatorio degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche. Stiamo ancora aspettando che la si attui. Lì sono previste molte figure professionali legate al mondo venatorio» ha aggiunto Agnelli. Michele Sorrenti di Federcaccia ha poi sottolineato che gli stessi Ambiti territoriali di caccia dovrebbero offrire delle possibilità di lavoro ai giovani per i censimenti e per le altre pratiche.