
La chiusura di tutte le scuole è stato un duro colpo per tutti. Oltre al disagio, tangibile, dovuto al doversi organizzare a livello famigliare, è emerso, con il passare dei giorni, un forte malessere tra gli stessi alunni. La famigerata Dad, vissuta inizialmente come una sorta di divertente alternativa alla scuola, giorno dopo giorno, lezione dopo lezione, si è tramutata in un appuntamento fisso mal digerito da tanti studenti, in particolare quelli delle scuole primarie. A Boffalora Sopra Ticino, è stata realizzata un’iniziativa, del tutto pacifica e moderata, per permettere a tutti gli alunni di manifestare il proprio disappunto contro la decisione, piovuta dall’alto, di non permettergli di sedersi nel banco della propria classe, con al fianco gli amichetti di sempre. Davanti ai cancelli della scuola primaria Giovanni Paolo II di Boffalora Sopra Ticino, in Piazza 4 Giugno, tanti piccoli studenti hanno "appeso" un nastrino colorato. Un piccolo segno per far sentire, in maniera silenziosa, il proprio dispiacere (misto a rabbia) per essere costretti a restare fuori dalla scuola, senza poter interagire con nessuno, se non in via telematica: "Un’iniziativa simbolica per sottolineare che le scuole vanno riaperte il prima possibile. L’obiettivo di tutti deve essere questo. La scuola in presenza è un servizio essenziale non è solo didattica ma è partecipazione, è relazione. Con bambini e ragazzi spero presto di slegare i nastrini colorati e riaprire i cancelli dei nostri asili e delle nostre scuole", le parole del sindaco Sabina Doniselli, sempre molto attenta ad ascoltare ogni voce dei suoi concittadini. "Indubbiamente non è stato facile per nessuno – ci spiega Silvia Saccani, mamma di due bimbe, una iscritta alla scuola primaria, e l’altra, di 11 anni, alunna alle medie – Non è stato semplice per le maestre, obbligate a fare lezione in una maniera complicata, con tutte le difficoltà legate alla Dad. Non è stato facile per i genitori e soprattutto per i bambini. Molti genitori hanno continuato a lavorare e quindi alcuni sono stati lasciati in cameretta a seguire le lezioni da soli, dovendo affrontare problemi di connessione e audio. Credo che questa sia stata una protesta silenziosa ma estremamente significativa. Un modo per far capire che, una situazione del genere, deve essere evitata in futuro in ogni modo. Non è un bene per nessuno la Dad". Il numero di bambini che, dal 24 marzo al 28 marzo, hanno annodato al cancello il loro nastrino colorato è stato notevole. "Fondamentalmente è stata una protesta contro una decisione arrivata dall’alto. I bambini hanno sempre rispettato tutte le regole, senza mai lamentarsi. Si sono sempre attenuti a quanto gli è stato detto. Credo che questa protesta sia una delle più intelligenti che abbia mai visto in questo lungo periodo di lockdown - continua Valentina Pavanello, mamma di Ludovico, prima elementare, e Matilda, prima media - Onestamente, fare lezione da casa è stato problematico soprattutto per i bambini più piccoli. Mio figlio va in prima elementare. Per le maestre è già complicato riuscire ad avere la loro attenzione in classe, immaginatevi da casa". Ma dal 7 aprile, salvo sorprese, si torna in classe.Fabrizio Ponciroli