CHRISTIAN SORMANI
Cronaca

Bimbi più soli in ospedale. Mancano i volontari:. Abio lascia il Fornaroli

Magenta, scelta forzata per carenza di nuove leve. Vani gli sforzi di sensibilizzazione del consiglio direttivo. Un addio con i ringraziamenti del dirigenza del nosocomio per l’impegno.

Bimbi più soli in ospedale. Mancano i volontari:. Abio lascia il Fornaroli

Bimbi più soli in ospedale. Mancano i volontari:. Abio lascia il Fornaroli

Ieri per l’ultima volta i volontari di Abio Magenta hanno salutato l’ospedale Fornaroli e i loro pazienti. Da oggi non opereranno più all’interno della struttura ospedaliera. La mancanza di nuovi volontari ha costretto Abio Magenta a lasciare l’ospedale Fornaroli. Negli anni, i volontari di Abio Magenta Odv hanno svolto un ruolo essenziale nel rendere l’esperienza ospedaliera dei bambini più serena e accogliente. Attraverso attività di gioco, supporto emotivo e momenti ricreativi, hanno contribuito ad alleviare la tensione e la paura legate al ricovero, regalando ai piccoli pazienti sorrisi e momenti di svago. Purtroppo, negli ultimi anni, l’Associazione ha riscontrato una carenza di nuovi volontari. Nonostante gli sforzi del consiglio direttivo nel reclutamento e nella sensibilizzazione della comunità locale, non è stato possibile ottenere il numero di persone necessario per continuare il servizio. Questo ha portato alla difficile decisione di chiudere le attività.

L’Ospedale di Magenta ha espresso la sua più profonda gratitudine a tutti i volontari che, in questi anni, hanno dedicato tempo e impegno all’Associazione, organizzando un momento celebrativo presso il reparto di Pediatria. Abio Magenta è una sezione locale dell’Associazione per il Bambino in Ospedale (Abio), una onlus italiana. Si è sempre dedicata al supporto dei bambini e degli adolescenti ricoverati in ospedale, nonché delle loro famiglie. L’attività principale, come per altre sezioni locali, è stata quella migliorare la qualità della degenza ospedaliera dei giovani pazienti attraverso diverse iniziative. I volontari organizzavano momenti di gioco per distrarre i bambini dalle difficoltà del ricovero e farli sentire più a loro agio e fornendo loro sostegno emotivo. La missione era quella di rendere l’ospedale un luogo meno spaventoso per i bambini, cercando di ridurre l’impatto emotivo negativo del ricovero e favorendo un’esperienza più umana e serena.