Batteri e umidità: ecco i nemici dei libri antichi

Batteri e umidità minacciano la conservazione dei libri antichi in una biblioteca. Studenti studiano composti chimici per rallentare il degrado della carta.

Sono i batteri e l’umidità i nemici che si annidano tra i polverosi testi di una biblioteca, mettendo a rischio la sopravvivenza della secolare memoria scritta di un territorio. Migliaia di libri devono essere mantenuti in ambienti asettici per impedire a batteri e microorganismi di fare della carta naturale il loro piatto forte. Non tutti i testi però possono godere di questo trattamento privilegiato e quindi invecchiano secolo dopo secolo consumandosi lentamente tra gli scaffali delle librerie.

Alla domanda su come rallentare questo processo naturale indotto da fattori chimici e microbiologici, ha tentato di dare una risposta un team di 19 studenti dell’Istituto Torno di Castano Primo, attraverso lo studio di due libri conservati nella Biblioteca Capitolare di Busto Arsizio. Tra le loro mani un testo redatto da Gian Alberto Bossi nel 1500 per insegnare la lingua latina ai giovani di buona famiglia presso la corte degli Sforza a Milano e un manuale del 1860 in uso presso i commercianti.

"Il progetto – spiega Chiara Chiodini, docente e curatrice della ricerca – è iniziato con la comparazione delle analisi chimiche di due testi antichi. È emersa una sostanziale differenza derivata dall’uso meno frequente del primo rispetto al secondo testo (un manuale usato tra i commercianti dell’epoca) caratterizzata da una forte concentrazione di forfurina, un composto presente nei fogli realizzati con una meno pregiata polpa di legno".

Dalle analisi eseguite sottovuoto attraverso la cromatografica in spazio di testa ottenuta grazie a una collaborazione con la InnovHub di Milano, sono emersi oltre seicento diversi composti chimici dal solo inchiostro, tra i quali anche una buona parte di agenti batterici.

"La presenza di batteri – spiega la professoressa Chiodini – potrebbe generare una contaminazione tra i testi, aumentando così il degrado dei fogli. Il distanziamento tra un testo e l’altro potrebbe già essere un primo passo per rallentare questo processo". L’analisi dei risultati ottenuti dai giovani studenti potrà dare indicazioni concrete per combattere il degrado della carta e favorire la conservazione dei testi più antichi e preziosi conservati nelle biblioteche.

Paolo Mattelli