Magenta, da operaio a badante: "Ecco come vivo con 40 euro alla settimana"

Disoccupato da due anni oggi lavora come badante in nero per una donna anziana, i nuovi poveri sono gli italiani over 40

Di solito sono le donne a fare le badanti

Di solito sono le donne a fare le badanti

Magenta (Milano), 12 agosto 2020 - Sopravvivere con pochi euro al giorno. Abbassarsi ad accettare compensi da fame pur di portare a casa qualcosa. Andrea, nome di fantasia di un uomo di 46 anni che vive nel Magentino, ha perso il lavoro da un paio di anni. Una situazione simile a quella di tantissime altre persone. Faceva l’operaio in uno stabilimento, ma poi lo hanno lasciato a casa. E non è più riuscito a ricollocarsi, come si dice. Ha provato di tutto, ma niente. Ha frequentato un corso per badanti e ha trovato qualcosa. Lavoretti saltuari, ma abbastanza per vivere. Anzi, per sopravvivere. Oggi è impegnato tutte le notti per tenere compagnia ad una donna anziana di Magenta e prende 40 euro alla settimana. Meno di dieci euro a notte per rimanere impegnato dalla sera alla mattina del giorno dopo. 

Poco più dell’elemosina, ma ad Andrea va bene così perché altrimenti non avrebbe neanche quello stipendio da fame. «Non voglio che esca il messaggio che mi sto lamentando – afferma – anzi, sono contento di andare tutte le sere a tenere compagnia ad una persona sola. Siamo tutti in difficoltà e penso sia giusto aiutarci a vicenda». La crisi di Andrea non è stata causata dall’emergenza sanitaria. Vero che quest’ultima ha messo in ginocchio tante persone e, come testimoniano le associazioni della carità, non c’è più solo lo straniero proveniente dai paesi poveri a chiedere aiuto per avere il pasto giornaliero. Ma sono aumentati di parecchio gli italiani. La crisi che ha colpito Andrea è antecedente. Esisteva già da prima e il sistema non è stato in grado di aiutarlo, se è vero che dopo due anni di disoccupazione la sua situazione non è cambiata. 

Si è rivolto ai servizi sociali, ha inviato curriculum ovunque. Non ha una carriera scolastica alle spalle. Fa parte delle categorie cosiddette fragili. Nessuna laurea, nessuna specializzazione che possa permettergli di trovare un altro impiego. Ha avuto qualche problema nella sua vita, ma ha voglia di fare. Eppure non si è mosso nulla per lui. Assistiamo agli slogan dei politici di turno del tipo che nessuno deve rimanere indietro. Ma la domanda che ci poniamo è: quanti Andrea ci sono in circolazione? Uomini, non più ragazzi, che tirano a campare per pochi euro al giorno in nero. Che non chiedono l’elemosina perchè non ne sono capaci. «E’ stata dura rimanere senza lavoro – conclude – avere lo spettro della povertà davanti ai propri occhi. Non sapere cosa ti riserverà il futuro. Ricordo quel periodo come il peggiore della mia vita. E’ un attimo, in situazioni simili, essere travolti dalla depressione. Eppure dobbiamo continuare perchè ce lo impone la vita. Ci sono tante persone nella mia stesa situazione e, magari, peggiore. Molti con famiglia da mantenere e figli piccoli da mandare a scuola. Almeno io sono solo e un’occupazione l’ho trovata. Cerco di arrangiarmi. per risparmiare vado a lavorare in bicicletta così non ho spese. Cerco di evitare il superfluo. Forse non avrò soldi in tasca, non farò la vita del ricco, ma mi piace quello che faccio ed è abbastanza» .