Avevate la 'ndrangheta in casa e fate i paladini anti-mafia? Volano gli stracci a Castano

Il caso Molluso, arrestato per l'"affare padel" tiene banco dopo la decisione del sindaco di correre alle elezioni regionali. Il centrodestra attacca, la Castanese Calcio risponde

Lo stadio di Castano durante la ristrutturazione

Lo stadio di Castano durante la ristrutturazione

Castano Primo (Milano), 12 gennaio 2022 - Un post del centrodestra cittadino ha scatenato un putiferio in un mix fra politica e sport. Qualche giorno fa sulla pagina faceboook del centrodestra di Castano Primo è comparso un post in cui si accusava il presidente della Castanese e l'amministrazione comunale.

L'attacco del centrodestra

Questo il post incriminato: "Il sindaco di Castano Primo nonché candidato del PD alle prossime elezioni regionali sale su un classico cavallo di battaglia della sinistra: la lotta alla mafia. Ci dispiace, ma per Giuseppe Pignatiello questo non può essere un cavallo da battaglia, ma al limite un vecchio ronzìno. La giunta Comunale di Castano Primo ha investito in questi anni oltre sei milioni di euro per ristrutturare il campo sportivo di Castano, favorendo la squadra di calcio GS Castanese che gestisce il centro. Non più tardi di un mese fa l’allenatore della prima squadra della GS Castanese è stato arrestato per mafia.

"Il presidente della GS Castanese - continua la nota - siede in consiglio comunale tra i banchi della maggioranza. Ci domandiamo, Giuseppe Pignatiello, grande frequentatore degli spogliatoi della castanese dopo le vittorie, ed il suo presidente non si sono mai fatti domande sui personaggi che giravano attorno alla società? Avevano la mafia dentro casa, non si sono accorti di nulla ed ora vogliono fare anche i paladini della lotta contro la mafia? Altra questione è quella relativa alle spese folli sostenute per ottenere uno stadio che non risulta allo stato omologabile per il campionato che la prima squadra sta disputando, con il risultato che in molte partite possono accedere solo 200 tifosi!".

La risposta della Castanese

La replica della società Castanese, che milita nel campionato di calcio di serie D, non si è fatta attendere: "Pur essendo ignoto l’illuminato autore, come peraltro i nominativi dei responsabili delle formazioni politiche che pare facciano parte del gruppo di minoranza "Castano Di Centrodestra", dato il contenuto gravemente denigratorio del comunicato, il Direttivo della società G.S. Castanese e il suo Presidente doverosamente precisano quanto appresso. Marco Molluso, in quanto allenatore di calcio riconosciuto dalla FIGC e in possesso di regolare patentino Uefa B (documento unico richiesto per allenare), ad inizio stagione calcistica 2022/2023 è stato scelto, fra i tanti aspiranti, per allenare la Prima Squadra. E’ iniziato così il percorso del Tecnico al quale, evidentemente, solo ed esclusivamente tale funzione era richiesta.

"Il 20 dicembre 202 - prosegue il comunicato - appresa la notizia dell’avvio di indagini a suo carico, la Castanese ha provveduto il giorno stesso ad esonerarlo, ponendo fine al rapporto con il medesimo. 'Sportivamente' parlando qui ci si dovrebbe fermare. Purtuttavia, si evidenzia dalla lettura del 'post' che il capo d’imputazione per il quale risulterebbe indagato il Molluso sia evidentemente conosciuto solo agli autori 'innominati'; noi non lo conosciamo. Stando alle notizie di stampa, unica fonte a nostra disposizione, parrebbero emergere contestazioni di illeciti e malversazioni di diversa natura rispetto a quella citata da 'Castano Di Centrodestra', salvo voler imputare a chicchessia una possibile contaminazione criminale a livello di DNA, e quindi per il solo fatto di essere parente di Tizio o di Caio. Alcuna omessa vigilanza può essere imputata agli organi societari, in quanto alcun obbligo di vigilanza era richiesto per presunti fatti e vicende commessi in altri luoghi e contesti che nulla hanno a che vedere con il calcio, con la Castanese, e con il centro sportivo di Castano. La Castanese ha provveduto ad incaricare propri consulenti affinché si proceda nelle sedi competenti a miglior tutela dell’immagine della società e delle persone che la rappresentano".