
L'area lungo viale Papa PaoloVI
Abbiategrasso (Milano), 3 novembre 2014 - Tutelare il verde, la rete dei piccoli negozi e il titolo di «Cittaslow». Oppure lasciare spazio alla grande distribuzione e risolvere i problemi di bilancio del Comune. Sono le due soluzioni, tra loro contrastanti, sulle quali si è scatenata una nuova battaglia tra la maggioranza di centrosinistra e il Pdl, all’opposizione. Pomo della discordia, il destino dell’area S2, 200mila metri quadrati di terreno agricolo destinati ad essere spartiti fra un parco pubblico (100mila metri) e un mega centro commerciale, strutture residenziali e uffici. Il clima è alquanto teso. L’Amministrazione comunale sta lavorando a tappe forzate per modificare il Pgt (Piano di governo del territorio) e ridimensionare il progetto. Dal canto suo, la proprietà sta cercando in tutti in modi di farsi approvare il progetto di massima e dare poi il via ai lavori. Un primo tentativo è fallito all’inizio dell’estate. Ora un nuovo progetto è approdato ai tavoli dell’ufficio tecnico. Progetto che l’Amministrazione intende contrastare in ogni modo.
«È un tipo di sviluppo che contrasta con il profilo di una “Cittaslow” come Abbiategrasso - spiega l’assessore al Bilancio, Mauro Squeo -. Intendiamo puntare invece sul centro commerciale naturale formato dalla rete dei piccoli negozi. D’altra parte la grande distribuzione sta fallendo ovunque. Basta considerare cosa è successo ai supermercati aperti e poi chiusi ad Abbiategrasso e a Ozzero, oppure alle difficoltà in cui navigano i centri commerciali di Vittuone e Vigevano. Perché cementificare altro terreno?». Di opinione nettamente opposta è il capogruppo Pdl, Alberto Gornati: «Quell’area è edificabile dal 1990, e la proprietà ha quindi dei diritti già riconosciuti. Inutile negarlo: il centro commerciale porterà sicuramente dei vantaggi sotto il profilo occupazionale, con nuovi posti di lavoro, e dal punto di vista dei conti pubblici. Il Comune potrebbe infatti incassare oneri fra i 15 e i 18 milioni, utili a risolvere i problemi del patto di stabilità. Non vi saranno impatti negativi sui piccoli negozi, che potranno convivere con la grande distribuzione».