È un numero alto quello degli studenti che negli ultimi cinque anni hanno lasciato la scuola in provincia di Varese. Sono stati in totale circa 1400, come emerge da un report illustrato al Salone Estense in occasione di un incontro pubblico dedicato al tema della dispersione scolastica. La ricerca si basa su dati quantitativi forniti dalle scuole secondarie di secondo grado, raccolti dall’Ufficio scolastico territoriale di Varese e successivamente elaborati in collaborazione con la Provincia di Varese. Il numero totale di alunni iscritti alla classe prima nell’anno 2018 era di 9258, per un totale di 345 classi, mentre nel 202223 il totale di alunni è sceso a 6598 e il numero di classi è diminuito a 309.
La differenza nel quinquennio è quindi pari a 2690, numero da cui bisogna togliere 66 maturandi dei percorsi quadriennali sperimentali, 279 studenti che hanno raggiunto la qualifica di Iefp presso istituti statali e 165 che hanno conseguito il diploma di Iefp presso istituti statali. Gli studenti che non hanno concluso il percorso di istruzione della scuola secondaria di secondo grado sono stati quindi 2150, pari al 23,2% degli iscritti al primo anno. Ma c’è un altro aspetto da considerare: nell’anno in corso sono stati 150 i ragazzi provenienti dalle scuole statali inseriti nei percorsi di Cfp.
Allargando il dato sui 5 anni emerge un totale di 750, che sottratto alla quota già citata di 2150 restituisce il dato finale di circa 1400 abbandoni effettivi in cinque anni. "È un dato importante per il quale sono state già messe in campo diverse azioni - ha sottolineato il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Varese Giuseppe Carcano - un orientamento più mirato, un rapporto più stretto tra le famiglie e anche un rapporto nuovo con gli studenti: durante questa ricerca è stata raccolta la loro immagine del territorio e dell’educazione". Presente anche il prefetto Salvatore Pasquariello, che ha sottolineato che gli studenti che lasciano la scuola spesso trovano ripiego in attività criminali. "È quindi interesse delle istituzioni prevenire questo fenomeno e far sì che i ragazzi siano inseriti nella società a pieno titolo", ha osservato.