DANIELE DE SALVO
Lecco

Per Graziano “Greg” Rigamonti, gestore del Bar dello Zoo a Brivio, si profilano altre accuse: dalla calunnia, alla cessione di psicofarmaci a minori e un’altra violenza sessuale

Le indagini dopo la condanna. Sul barista con i baby squillo gli atti dal giudice alla Procura

Graziano Rigamonti, in arte Greg

Graziano Rigamonti, in arte Greg

BRIVIO (Lecco), 7 giugno 2025 –  Tra i clienti dei baby squillo anche personaggi eccellenti ed esponenti politici. È un vaso di Pandora quello che ha portato prima all’arresto e poi alla condanna di Graziano “Greg“ Rigamonti, barista di 35 anni di Besana Brianza che gestiva il Bar dello Zoo di Beverate, a Brivio.

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Il trentacinquenne, frontman di una cover band dei Blues Brothers, secondo i giudici che lo hanno appena condannato a 14 anni e 4 mesi, più di quanto chiesto dal pm, nel bar gestiva un giro di prostituzione minorile: dopo aver reclutato ragazzini di 16 e 17 anni, creava loro un account su due App di incontri per gay con tanto di tariffari e video pedopornografici. Una volta trovati i clienti, li accompagnava in motel trattenendo parte degli incassi.

Tra i clienti, tutti uomini maturi, diversi insospettabili, compresi alcuni politici. Il processo si è svolto a porte chiuse e gli atti non vengono divulgati, poiché la vicenda riguarda minorenni. Il giro di prostituzione sarebbe proseguito dal 2022 fino al novembre 2023, poi il Blues Brother italiano è stato arrestato. Lui si è sempre proclamato innocente ma è stato appunto condannato sia per violenza sessuale di gruppo sia per prostituzione minorile e per induzione alla prostituzione, sia per produzione di materiale pedopornografico. Assolto solo dall’accusa di traffico di stupefacenti. Ma potrebbe non essere ancora finita: i giudici hanno rimandato al pm gli atti relativi a possibili casi di calunnia, falsa testimonianza, cessione di benzodiazepine a minorenni e un’altra violenza sessuale. Per le indagini, svolte con estrema discrezione, i carabinieri sono stati premiati con un encomio: il luogotenente Vincenzo Valenza, comandante della caserma di Brivio, e i suoi sottoposti, il vicebrigadiere Cristian Paolillo e l’appuntato Daniele Fantauzzi.