DANIELE DE SALVO
Cronaca

Massimiliano Ratti e Valentino Alquà, gli amici di Lecco travolti e uccisi dalla valanga in Svizzera: la tragedia degli scialpinisti Asen Park

L’incidente sulla montagna Pigne d’Arolla, tra il Cervino e il Gran Combin. Le due vittime abitavano nel quartiere Germanedo, sopravvissuto un terzo compagno di escursione. Comunità sotto choc

Valentino Alquà (a sinistra) e Massimiliano Ratti (a destra), i due scialpinisti travolti e uccisi da una valanga sul Pigne d’Arolla in Svizzera

Valentino Alquà (a sinistra) e Massimiliano Ratti (a destra), i due scialpinisti travolti e uccisi da una valanga sul Pigne d’Arolla in Svizzera

Lecco, 19 maggio 2024 – Due scialpinisti lecchesi sono morti in Svizzera dopo essere stati travolti da una valanga avvenuta domenica mattina sul Pigne d’Arolla, una cima di 3.800 metri che si trova tra il Cervino e il Gran Combin. Le due vittime si chiamano Valentino Alquà e Massimiliano Ratti. Un terzo compagno,

investito anche lui dalla slavina, è sopravvissuto.

Chi sono le vittime

Le due vittime erano residenti a Lecco, più precisamente del rione di Germanedo. Valentino Alquà, laureato in scienze politiche all’Università di Milano, aveva 49 anni e lavorava come impiegato amministrativo nel Soccorso alpino. Massimiliano Ratti, trentenne, faceva parte del gruppo di alpinisti lecchese Asen Park, un’associazione dedicata allo scialpinismo con sede a Ballabio, nel Lecchese.

La slavina e i soccorsi

Secondo quando ricostruito fino ad ora, i due stavano affrontando una classica via di scialpinismo con altri membri del gruppo quando sono stati investiti da una slavina che li ha travolti senza lasciare scampo. Sul posto sono intervenute alcune squadre del soccorso svizzero a bordo di un elicottero guidato dai piloti e dai tecnici della Air Glaciers.

L’impegno di Asen Park

Degli Asen Park, Massimiliano Ratti rappresentava una delle anime storiche. Qualche anno fa, insieme al compagno Claudio Clozza, aveva scalato il Pilone Centrale del Freney al Monte Bianco in omaggio all’alpinista lecchese Marco Butch Anghileri, scomparso proprio su quella montagna nel 2014. “Ci trovavamo tra amici ai Resinelli, di solito, con sci e slittini, diciamo che la passione per la montagna era l’ambito che ci univa, ma è sulla neve che abbiamo cominciato questa avventura. Poi sì, direi che la situazione ci è sfuggita un po’ di mano”, raccontano della loro nascita.

Il cordoglio di Lecco

Grande cordoglio a Lecco, dopo che la notizia si è diffusa negli ambienti degli amanti della montagna, una delle passioni che ha reso famosa la città nel mondo. Il sindaco, Mauro Gattinoni, ha scritto su Facebook che entrambi “abitavano a Germanedo ed erano molto stimati, conosciuti e ben voluti. Interpretando il pensiero della nostra comunità lecchese, sconvolta e affranta da questa notizia, esprimo il mio personale cordoglio e quello della Città di Lecco alla famiglia e agli amici di questi due nostri amati concittadini”.

Ha espresso grande cordoglio anche Giacomo Zamperini, consigliere Regione Lombardia (Fdi): “Voglio esprimere le mie condoglianze alle loro famiglie, ai nostri amici, al Soccorso Alpino ed al gruppo alpinistico Asen Park. In particolare, ricordo Max con quella sua ostinata determinazione nello spingersi oltre e nel difendere le sue passioni e convinzioni, sempre con il sorriso. Certamente, non stiamo parlando di sprovveduti o di persone impreparate, anche se il tema della sicurezza in montagna è sempre importantissimo da portare avanti. Che possano essere accolti nel paradiso degli alpinisti, dove la neve è soffice e bianca e dove le montagne sono senz'altro presenti. Riposate in pace”.