Esino Lario (Lecco) – Prima un urlo, agghiacciante. Poi, pochi minuti dopo, l’ululato delle sirene dell’ambulanza dei volontari del Soccorso Bellanese e il tonfo sordo delle eliche dell’Airbus Ec145 che fa da eliambulanza ai sanitari Areu di Sondrio. Gli abitanti e i villeggianti di Esino Lario ieri si sono svegliati nel peggiore dei modi: alle 9 l’assessore Pierluigi Beghetto, 53 anni, è stato ucciso da Luciano Biffi, saxofonista sessantaduenne, suo vicino di casa anche se ufficialmente residente altrove.
Nemmeno Beghetto risiedeva a Esino bensì a Usmate Velate, nel Monzese, con la moglie Annalisa e i due figli di 17 e 21 anni, Lorenzo e Daniele. Ogni weekend però lo trascorreva nel paesino montano, dove nel 2020 aveva accettato d’impegnarsi gratis come consigliere-assessore e dove gestiva un’apicultura, l’Ape Montana. Non aveva in programma di andarci nell’ultimo fine settimana, c’erano tuttavia alcuni lavoretti da svolgere in municipio e lui come sempre non si era tirato indietro.
A chiedergli di candidarsi era stato il sindaco Pietro Pensa – che ha proclamato tre giorni di lutto cittadino, annullando le celebrazioni del 25 Aprile – che a sua volta non abita a Esino: trovare persone del posto che s’impegnino non è facile, alle ultime elezioni è stato difficile convincere candidati sufficienti a formare almeno una lista.
In paese risiedono 750 persone, in realtà gli abitanti sono molti meno. Il borgo è isolato, a una decina di chilometri da altri paesi. Sia che si arrivi dal lago sia dalla Valsassina, bisogna affrontare i tornanti a strapiombo della Statale 753, la Scenic Route 65 per i suoi panorami mozzafiat o. Nem meno i migranti ospitati lassù tra il 2015 e il 2018 in un’ex colonia volevano starci, tanto che scoppiò una rivolta. Esino si popola solo d’estate oppure nei weekend, tra ciclisti ed escursionisti.
Su molti edifici è esposto il cartello “Vendesi“. Nella primavera del 2019 il sindaco, per provocazione oltre che per pubblicità, ha messo in vendita i monumenti per denunciare lo stato di abbandono dei piccoli centri di montagna come il suo. Per chi sceglie di starci Esino è certamente un paradiso; per chi è obbligato, come Luciano Biffi, è l’opposto perché la solitudine per i più fragili, senza nessuno che li controlli e li assista, può far perdere la testa.