
Gli uomini del soccorso alpino impegnati nel soccorso di un cercatore di funghi caduto in un dirupo
L’allarme non è scattato subito, perché Marco in quel momento era da solo: si era separato da papà Fausto per coprire un’area più vasta. Avrebbero dovuto ricongiungersi più tardi nel solito punto prestabilito, però Marco non arrivava più e non rispondeva al telefono, allora papà Fabio ha intuito che potesse essergli successo qualcosa e ha chiesto aiuto. «Le emergenze che riguardano i cercatori di funghi generalmente sono più complesse perché prima occorre trovarli, che richiede tempo, organizzazione, uomini, mezzi ed energie; solo una volta trovati possiamo soccorrerli e recuperarli», spiega Alessandro Spada, capostazione del Soccorso alpino di Valsassina e Valvarrone, tra le più importanti in Lombardia per numero di volontari e di interventi e per territorio di competenza.
Sono stati proprio i tecnici volontari del Soccorso alpino della Valsassina a trovare Marco purtroppo morto in fondo al dirupo e un loro medico a constatarne il decesso. «Per questo è importante che anche i cercatori di funghi comunichino con precisione il loro itinerario – prosegue Alessandro Spada – e che abbiamo sistemi di rintraccio come gps e telefonini carichi». Come Marco, che aveva il cellulare carico, grazie a cui è stato possibile delimitare il punto dove si trovava e localizzarlo in fretta.
«E poi meglio non andare mai da soli, ma in coppia, evitando di separarsi – aggiunge il capo stazione del Soccorso alpino valsassinese -. O almeno che si resti a vista». Ma soprattutto: «Prudenza, non esagerare, alla fine sono solamente funghi, non oro e diamanti, ammesso che si valga la pena morire anche per quello». Regole che valgono in fondo per tutti gli escursionisti, insieme a quelle sulla pianificazione, la consultazione del meteo, l’allenamento e l’equipaggiamento adatto, a partire dalle scarpe.