DANIELE DE SALVO
Cronaca

Obiettivo superare l’Adda, ecco il progetto rivoluzionario: “Un tunnel sotto il fiume”

Paderno (Lecco), la proposta da un membro della Società svizzera degli ingegneri. Costo 100 milioni di euro, sarebbe un risparmio. Ma Rfi ha detto no

Spunta un’idea nuova per la viabilità e salvaguardare il territorio a ridosso del grande fiume lombardo

Spunta un’idea nuova per la viabilità e salvaguardare il territorio a ridosso del grande fiume lombardo

Paderno d’Adda (Lecco) –Un tunnel sottomarino, come quello sotto la Manica. Però sotto l’Adda, tra Paderno e Calusco, al posto di un nuovo ponte. Costerebbe meno, sarebbe molto più veloce da realizzare, non sarebbe necessario abbattere case, permetterebbe di ridurre traffico e inquinamento. Non è una suggestione. È una proposta reale e concreta. Anzi un progetto. A proporre una soluzione che probabilmente metterebbe tutti d’accordo per sostituire e insieme salvare lo storico ponte San Michele, è Fernando De Simone, 70 anni, membro della Sia, la Società svizzera degli ingegneri e degli architetti, che in Italia rappresenta i norvegesi del gruppo Norconsult che si occupano di opere simili. Con loro a Como ha già coprogettato e realizzato un impianto sotterraneo per la potabilizzazione dell’acqua del lago.

"Sarebbe sufficiente realizzare un tunnel automobilistico in modo da sgravare il San Michele dal traffico veicolare e mantenerlo esclusivamente per il passaggio dei treni – spiega l’architetto -. Per rispettare le pendenze e raggiungere un dislivello di 85 metri, il tunnel dovrebbe essere lungo in tutto circa un chilometro e mezzo, con gli accessi a 750 metri dal fiume sia su una sponda, sia sull’altra, lontano dai centri urbani”.

Il costo stimato è di 100 milioni di euro, molto meno della proposta più economica per un nuovo ponte. Per le tempistiche di costruzione si prevede invece poco più di un anno, utilizzando due talpe per scavare. “Non ci sarebbero nemmeno problemi di ubicazione del tracciato, poiché il tunnel sarebbe costituito da tubi in calcestruzzo di quelli che si utilizzano per passare sotto il mare o l’oceano, in grado di resistere tranquillamente a terreni franosi come in alcuni punti della valle dell’Adda”, assicura l’esperto.

Non ci sarebbero difficoltà di sorta neppure per un tunnel ferroviario: “Cambierebbe solo la lunghezza, che sarebbe di 3 chilometri e mezzo per una linea solo per il trasporto di passeggeri, di 7 anche per le merci, sempre per questioni di pendenze e sicurezza”. “Un gioco da ragazzi – insiste il progettista di tunnel -. Il mondo è pieno di gallerie sotto laghi, mari e oceani ben più lunghe e tecnicamente più complesse rispetto a quella che si potrebbe scavare sotto l’Adda”. Ha provato a spiegarlo sia ai colleghi di Rfi, sia in Regione, tuttavia il suo suggerimento è stato garbatamente respinto.