In cinque contro una. Manate, sberle e anche un pugno dritto in faccia con il suono secco delle nocche contro la mandibola che rimbomba nel vicolo. E intanto la minacciano, la insultano, la circondano. Qualcuna la strattona, come per trattenerla e impedire che scappi. Le altre del branco guardano. Un operatore ecologico, con tanto di giubbotto catarifrangente, cerca di fermarle ma non ci riesce, nonostante il fisico possente.
Mentre i passanti terrorizzati girano larga. Nemmeno la sirena della Gazzella dei carabinieri le spaventa. Scene di ordinaria violenza nel video postato sui social dal consigliere regionale lecchese di Fratelli d’Italia Giacomo Zamperini. Di poco ordinario forse c’è solo che le bulle, anzi le delinquenti, sono ragazzine come tante: shorts e t-shirt o canottiera, scarpe aperte ai piedi e zainetto in spalla.

Sono state riprese con un telefonino in centro a Lecco. Immagini dei giorni scorsi, nella stessa settimana in cui un’ottantina di sindaci ha scritto al prefetto Sergio Pomponio per pretendere più sicurezza, respingere al mittente le statistiche che dicono che i reati denunciati sono diminuiti ma non spiegano che tanti non denunciano nemmeno più, convinti che tanto non serva a nulla denunciare di essere lasciati soli ad affrontare un problema – quello delle baby gang di quartiere – più grande di loro senza strumenti né risorse necessarie.
“Per quanto ancora – chiede Zamperini – dovremo assistere a queste scene? Serve tolleranza zero, perché residenti e commercianti sono prigionieri della paura. Le risse tra gruppi di giovanissimi sono ormai all’ordine del giorno e i lecchesi sono sequestrati in casa o nel loro negozio". Alcuni vogliono reclutare vigilanti privati, sebbene spetterebbe allo Stato difendere i cittadini. Per questo Zamperini torna a chiedere l’adesione alla missione “Strade sicure” e a invocare anche a Lecco l’arrivo dei militari dell’Esercito come a Milano, Bergamo, Como.