Lecco: progetto per il restyling dello stadio. Lo firma Giulio Ceppi, nipote del fondatore del club

La bozza prevede la creazione di tre piani e una copertura. L’Amministrazione comunale ci pensa

Il rendering del progetto; nel riquadro, l'architetto Giulio Ceppi

Il rendering del progetto; nel riquadro, l'architetto Giulio Ceppi

Lecco, 13 aprile 2024 – Se ti chiami Ceppi e sei il nipote di nonno Eugenio, tra i fondatori del Lecco nel 1912 e pure del presidente che portò il club in serie A, la storia bluceleste l’hai ereditata nel dna. Se poi di mestiere fai l’architetto, è normale che lo stadio co-intitolato allo zio Mario (insieme a un altro Mario, Rigamonti, ex difensore bluceleste morto nella tragedia di Superga) lo senti un po’ tuo.

Un nome, una garanzia

Non è un caso allora che Giulio Ceppi abbia collaborato la scorsa estate con Comune e società per adeguare il catino cittadino alla nuove normative della serie B, che i blucelesti hanno conquistato al termine della scorsa stagione. Impresa che ora rischia di venire vanificata dopo 50 anni di attesa ma il Rigamonti-Ceppi resta un patrimonio della città e dei suoi abitanti.

Il vecchio Cantarelli, inaugurato nel 1922 e rimaneggiato a più riprese negli anni, è bellissimo con quel suo fascino dal sapore inglese ma di sicuro ha bisogno di un tocco di modernità. "Lo stadio sorge in un’area strategica della città e dobbiamo sfruttare questa centralità”, spiega Giulio Ceppi a capo di “One for all stadium”, un progetto che punta a riqualificare il vecchio Rigamonti-Ceppi per un utilizzo non solo in chiave esclusivamente calcistica.

Il piano

Il progetto di riqualificazione dello stadio prevede la creazione di tre piani: uno interrato per i parcheggi e due in altezza per ospitare negozi, attività commerciali, di accoglienza e servizi alla persona.

È prevista una copertura per rendere più omogeneo l’impatto visivo di una struttura oggi troppo frammentata e la possibilità di ospitare altri eventi sportivi, ma anche concerti e nuovi servizi come aree fitness e attività commerciali. "Uno stadio non solo più flessibile e funzionale, adatto alle esigenze delle divisioni maggiori - spiega Ceppi - ma soprattutto più fluido e permeabile, aperto al territorio, capace di dialogare con la città e di offrire nuove occasioni di servizio e relazione con il contesto, divenendo un simbolo della città di Lecco, anche sul piano della percezione architettonica”. Dal progetto si passerà alla realizzazione? Difficile dirlo ma di sicuro l'idea di rendere più redditizio lo stadio solletica l'amministrazione comunale, proprietaria della struttura, che per ora incassa dal club un affitto di circa 50mila euro all'anno.