
L’area della ex Safilo di Vercurago, una terra dei fuochi sul lago di Garlate
Vercurago (Lecco), 22 luglio 2025 – Un sarcofago per sigillare la terra dei fuochi di Vercurago. La fabbrica dove si producevano acceleranti per la vulcanizzazione della gomma e amianto non c’è più. Veleni e polveri killer però sono rimasti.
È l’area della ex Safilo di Vercurago, una terra dei fuochi sul lago di Garlate di 40mila metri quadrati: idrocarburi, metalli pesanti, sostanze cancerogene, amianto... È un “sito orfano“, come si indica in gergo, senza colpevoli né responsabili per il disastro ambientale provocato e senza nessuno che abbia pagato per porvi rimedio. E infatti, a distanza di decenni, la bomba ecologica e sanitaria è ancora lì, innescata.
Presto però comincerà la bonifica. Otto milioni di euro è il costo: arrivano da Regione Lombardia, grazie anche a fondi del Pnrr. Il piano operativo è stato definito e sono stati aggiudicati i lavori per attuarlo. Sarà una messa in sicurezza più che una vera e propria bonifica, che risulta impossibile: verranno rimosse le scorie che si potranno spostare, per il resto si procederà al contenimento degli sversamenti e all’impermeabilizzazione delle zone contaminate. Verranno inoltre demoliti alcuni edifici, mentre altri verranno mantenuti, salvo consolidarne le solette e sigillare ermeticamente le parti più compromesse: una sorta di sarcofago insomma, come quello costruito per contenere le radiazioni che ancora fuoriescono dal reattore 4 della centrale nucleare di Chernobyl dopo l’esplosione del 1986.
Ad annuciare il via all’atteso intervento entro l’autunno è Giorgio Maione, assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia: “Un risultato importante”.