
Il ponte di San Michele di Paderno d’Adda
Paderno d’Adda (Lecco) – Sono cinque i grandi ponti ad arco europei in ferro che mirano a diventare, tutti insieme, siti Unesco. Quello italiano è il San Michele di Paderno d’Adda. A tirare le fila della candidatura plurima transnazionale sono i tedeschi, che stanno procedendo a rilento perché le pratiche hanno dovuto superare lo scoglio della burocrazia di politici e funzionari dei Lander.
"L’iter avanza – assicura Gian Paolo Torchio, sindaco di Paderno – Ora la pratica è al vaglio dei ministri dei singoli Stati". Sia in Italia sia all’estero c’è però preoccupazione per la costruzione del futuro nuovo ponte che rimpiazzerà il San Michele. L’infrastruttura, probabilmente stradale a doppia corsia e ferroviaria a due binari insieme, verrà costruita accanto al ponte attuale, a non più di 35 metri di distanza: vicino, probabilmente anche troppo. Il nuovo ponte potrebbe nascondere il vecchio e rovinare il paesaggio della Valle dell’Adda, elemento fondamentale. "Non nascondo un po’ di apprensione anche da parte dei nostri partner – ammette Torchio – Per questo abbiamo commissionato uno studio per conoscere in quali altri casi e dove ci siano nuove opere che interferiscono con i siti Unesco, in modo da dimostrare che ci sono dei precedenti".
Il ponte di Paderno è stato costruito a tempo di record tra il 1887 e il 1889. Un’opera ciclopica: è lungo 260 metri e alto 85. Pesa più di 2.500 tonnellate ed è tenuto insieme da 100mila chiodi ribattuti. I plinti e i contrafforti di sostegno sono costituiti da oltre 5mila metri cubi di pietra di Moltrasio e 1.200 di granito di Baveno. Unisce le province di Lecco e Bergamo.