DANIELE DE SALVO
Cronaca

Mister cinquemila salti: “Il Forcellino? Non è un posto banale”

Maurizio Di Palma, 27 anni di esperienza, insegna a volare a quasi tutti i base jumper nella sua scuola a Drò

Un lancio organizzato  dalla scuola di Maurizio Di Palma

Un lancio organizzato dalla scuola di Maurizio Di Palma

Abbadia Lariana (Lecco), 21 febbraio 2024 – Maurizio Di Palma, 45 anni, 27 dei quali, tra cielo e terra. È il base jumper e pilota di tuta alare migliore in Italia e non solo, con all’attivo più di 5mila salti. Nel 2023 è volato pure dal Duomo di Milano. Insegna a saltare e volare a quasi tutti i base jumper nella sua scuola a Drò, in provincia di Trento.

Maurizio Di Palma, recordman di lanci
Maurizio Di Palma, recordman di lanci

Come si diventa base jumper e piloti di tuta alare?

"Bisogna prima essere paracadutisti sportivi d’aereo molto esperti, con all’attivo minimo 200 salti. Poi si comincia a saltare da punti fissi, come ponti, luoghi sospesi o pareti. Ci vuole molta preparazione, è un processo estremamente lungo. Non ci si improvvisa, si seguono corsi teorici e pratici. Diventare esperti dipende molto anche da quanto si può spendere, perché il paracadutismo non è un’attività economica: più si ha possibilità di lanciarsi, più si matura esperienza. Il volo con la tuta alare è una disciplina di nicchia nella nicchia del base jumping".

Come funziona la tuta alare?

"Consiste in pratica di membrane che consentono di volare a 180 chilometri orari, permettendo spostamenti importanti, perché per ogni metro di planata si procede di 5 metri. Generalmente, prima che la tuta si gonfi e permetta di cominciare ad avanzare ci vogliono tra i 3 e i 4 secondi se l’uscita è buona, altrimenti anche di più. Significa che intanto si cade per quasi un centinaio di metri. Certo, poi ci sono diverse tipi di tuta alare che offrono performance diverse. Al termine del volo, si apre poi un paracadute per poter atterrare nel punto prescelto".

Perché si sceglie di praticare questa attività? Per una scarica di adrenalina?

"Credo che ognuno abbia le proprie motivazioni. L’adrenalina per quanto mi riguarda è solo un piacevole aspetto collaterale. A me piace pianificare il salto nei minimi dettagli: orografia del terreno, venti e condizioni meteo, linea di volo... Certo poi la ricerca dell’estremo e del limite regalano una gratificazione immensa".

Non avete paura di morire?

"Noi base jumper siamo costantemente più consapevoli degli altri del rischio. In fondo anche quando si viaggia in auto si rischia e tra la nostra macchina e chi ci precede ci sono meno di due metri d’aria, molti di meno di quando si salta con il paracadute. Sì, paracadutismo, base jumping e volo con la tuta alare sono attività potenzialmente pericolose, di cui però si conoscono tutte le variabili per poter ridurre al minimo i rischi".

Ci sono limiti d’età per il base jumping?

"Assolutamente no, anche perché a differenza di altri sport non ci si stanca nemmeno".

Conosce il Forcellino? Come lo giudica?

"Certo che lo conosco, tutti nel nostro ambiente lo conoscono, è un posto molto noto da quando da lì è saltato lo statunitense Dean Potter. Non è tra i peggiori, ma resta un salto non banale che presenta un buon grado di difficoltà tecnica".