
Il punto ristoro ha potuto riaprire solamente nel fine settimana grazie ai volontari
Paderno d’Adda (Lecco) – Già un anno, ma nulla è cambiato. Non è stato spostato un solo sasso. Allo Stallazzo di Paderno, operatori e volontari della coop sociale Solleva, che gestiscono l’unico punto di ristoro e presidio di sicurezza per escursionisti, ciclisti e turisti lungo il Naviglio dell’Adda, non dimenticano la duplice colata di fango, alberi e massi che il 16 maggio 2024 ha travolto e bloccato l’alzaia, il collegamento principale e più agevole, costringendoli a un lungo inverno di chiusura. Preferiscono però guardare oltre la frana, “per costruire nuove strade”, spiega Luigi Gasperini, presidente e anima della coop che rappresenta un’opportunità di lavoro per persone svantaggiate. Strade reali, come l’alzaia da ripristinare, e figurate, come i progetti per tutelare e rilanciare l’intera zona.
Per progettarle venerdì, proprio venerdì, nell’esatto anniversario, si sono dati appuntamento in tanti allo Stallazzo: europarlamentari, senatori, deputati consiglieri regionali, la presidente della Provincia di Lecco, sindaci, assessori, consiglieri comunali, esponenti del Parco Adda Nord. “Un momento vero, condiviso, pieno di senso, consapevoli che il ricordo non basta se non diventa impegno – riferisce Gasperini –. La ferita è ancora aperta e da allora sono state spesi fiumi di parole, ma ad oggi traspare ancora poca concretezza. A farne le spese noi dello Stallazzo, le nostre economie si sono drasticamente ridotte per mancanza di clienti, obbligandoci a rinunciare ai dipendenti. Dopo la chiusura invernale, l’apertura attuale nei fine settimana è resa possibile con l’impiego dei soli volontari, sebbene il punto di ristoro sia stato pensato per il reinserimento lavorativo e sociale di persone diversamente svantaggiate”.
I fondi per “la riparazione del danno” adesso ci sono, da Regione Lombardia è stato stanziato il milione e mezzo di euro necessario, ma mancano ancora i progetti. “Si tratta di dare concretezza alle intenzioni perché la frana è ancora tutta lì e in un anno non è stato rimosso un sassolino”, sottolinea il presidente della coop.