Paderno d’Adda, 28 novembre 2024 – Lo Stallazzo chiude. Se entro un paio di giorni, tre al massimo, non verranno trovate e attuate soluzioni concrete, lunedì scatterà la serrata dell’unico punto di ristoro, oltre che presidio di sicurezza lungo l’Adda nel tratto del Naviglio di Paderno, gestito dai volontari e dai lavoratori svantaggiati della cooperativa Solleva. Non è un ultimatum quello comunicato da Luigi Gasperini, presidente della cooperativa sociale, ma è l’annuncio di un epilogo ormai inevitabile.
Da quando lo scorso maggio due frane hanno travolto l’Alzaia all’altezza di Cornate d’Adda e interrotto il collegamento principale per lo Stallazzo, clienti e visitatori scarseggiano, gli affari vanno male e i conti per tenere aperta l’attività non tornano più.
I conti non tornano
La situazione è paradossale, anzi assurda. Per evitare il fallimento, sono stati revocati tutti i contratti di tirocinio e di inserimento dei lavoratori sottoscritti con persone fragili, mentre i due dipendenti sono stati messi in cassa integrazione. Uno di loro ha trovato un’altra opportunità, mentre dopo tre mesi sono ora scaduti i termini per il secondo per usufruire dell’ammortizzatore sociale e dall’Inps hanno negato l’istanza di proroga.
Dovrebbe quindi tornare in servizio, ma non ci sono i soldi per pagarlo. “A novembre abbiamo incassato meno di 1.500 euro – è il bilancio stilato da Luigi Gasperini -. Con 450 euro di bolletta di energia elettrica, altri 500 di spesa di derrate alimentari, le bombole del gas, la manutenzione ordinaria e i costi di gestione è impensabile prendere di nuovo in carico il nostro dipendente, che ha un costo aziendale di oltre 2.500 euro lordi”.
L’unica possibile soluzione
Nonostante lo sconforto, la delusione e la rabbia, il presidente di Solleva non intende muovere accuse, semmai chiede a chi di dovere di compiere la propria parte. “Bisogna lavorare assiduamente per rimuovere la frana in tempi decorosi e per costruire nuovi progetti - è il suo appello -. Si metta in campo da subito uno sforzo straordinario”.
Si stima che occorra un milione di euro, per ripristinare il passaggio. Intanto il conto alla rovescia è cominciato, il tempo scorre e la serrata dello Stallazzo, dopo 8 anni di attività, è sempre più vicina.