Certo che la nostalgia (canaglia) a volte te la tirano fuori a forza. Capita, per esempio, con la presentazione del nuovo – bellissimo – tram di Atm: Tramlink. In molti (alcuni, diciamo) milanesi, la lettura di questo nome ha fatto accendere una lucina nella stanzetta del cervello sulla cui porta c’è la targhetta “Ricordi di dubbia utilità”. Nella stanzetta c’è una scalcagnata e polverosa scrivania piena di scartoffie. Tra queste un fascicolo a brandelli. Dentro la polaroid di un vecchio tram verde, reperto di una gita domenicale al Museo della Scienza e della Tecnica. La scritta a penna dietro la foto dice “Gamba de legn”. Un nome – per quanto di origine ancora discussa – pieno di suggestioni: il dialetto, l’ironia, la tenerezza, la forza evocativa dell’immagine di un pirata che impreca (in meneghino) sulle rotaie. Che ne sarà invece di Tramlink? Niente stanzetta polverosa, niente ricordi inutili, niente immagini evocative. Basta un file nel computer dentro la cartella – ormai strapiena – “Parole inglesi fastidiose che ci propinano in continuazione”.
Editoriale e CommentoGamba de link
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Nuovi tram e vecchi nomi. E viceversa
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