LUCA TAVECCHIO
Editoriale e Commento

La terza colonna della Loggia dei Mercanti

Senza memoria nei luoghi delle memoria

La povera Loggia dei Mercanti è stata di nuovo vandalizzata. In particolare, è stato sfregiato il monumento alla Resistenza – già in condizioni non impeccabili – che riporta una frase sempre attuale di Vittorio Foa: “Oggi per me si è antifascisti quando si rispetta l’altro, quando non si pretende di distruggerlo e nemmeno di assimilarlo, cioè di ridurre il suo pensiero, la sua identità, al nostro pensiero, alla nostra identità. Antifascismo è, per me, l’ansia di intervenire contro l’ingiustizia, piccola o grande che sia, di intervenire contro ogni minaccia alla libertà”. L’opera, spesso scambiata per una panchina, è un tributo ai martiri per la libertà in un luogo simbolo. Sotto la Loggia infatti, dopo la Liberazione, spontaneamente tanti milanesi esposero le fotografie dei loro cari uccisi durante l’occupazione tedesca o deportati nei campi di concentramento. Una grande bacheca popolare per ricordare alla città il dolore che si lasciava alle spalle che, nel 1953, venne sostituita da 19 lastre di bronzo con quegli stessi nomi incisi in rilievo. Non solo. La Loggia fu anche luogo simbolo delle Aquile Randagie, il gruppo di scout milanesi che continuò a praticare lo scautismo clandestinamente dopo che divenne illegale nel 1927, aiutando ebrei e perseguitati a fuggire in Svizzera. Racconta Giulio Uccellini, tra i fondatori insieme a don Andrea Ghetti delle Aquile Randagie: “Ogni domenica ci si trovava sotto il portico dei Mercanti. Si aspettava che tutti ci fossero, e via. Oltre la periferia, oltre la città daziaria: Vigentino, Forlanini, Baia del Re. Località oggi sommerse dalle case e che ricordano a noi vecchi tutto un ieri, vissuto così: nella disperata volontà di non cedere e di conservare un ideale ed una concezione di vita. Ogni domenica: per tanti anni, dal ’28 al ’45. La mattina la Messa, il pomeriggio l’Uscita. Chi fosse arrivato più tardi trovava in un buco, alla terza colonna, il messaggio in codice Morse per raggiungere gli altri”.