Canone inverso

Uno studente paga 650 euro al mese per vivere in 9 metri quadrati. Lo scrive sui social e il proprietario lo caccia. Ma non doveva essere il contrario?

Il post di Alessandro sui social non è piaciuto al padrone di casa che, difatti, in 48 ore gli ha chiesto indietro le chiavi. E prima che scadesse il contratto. Eppure poteva essere il ragazzo ad arrabbiarsi e a dirgli addio, dopo aver pagato 650 euro al mese (spese escluse) per un loculo in verticale da 9 metri quadri a Porta Venezia. Perché? Come nel caso dei giovani accampati in tenda davanti al Politecnico, il suo era solo l’ennesimo grido di allarme di chi viene a studiare a Milano, contro il caro affitti. Che poi i ragazzi comunichino sui social, con il risultato di rendere virali i messaggi, lo sanno anche i muri. Di qui la domanda: perché il gesto delle chiavi? Avesse mentito l’inquilino, bastava una diffida. Ma ha solo raccontato i fatti. E a questo punto, se il proprietario decide di affittare uno spazio del genere a un prezzo non proprio di mercato (ne ha facoltà, in tutta evidenza), poi non si arrabbi con chi lo racconta. A consolazione di Alessandro, e di chi ne aveva preso a cuore le sorti, va detto che poi lui ha trovato un appartamento più spazioso e più economico, come racconta in un’intervista al Giorno. Ma restano lo sgomento e una domanda per il titolare dei nove metri quadri: la piccola vendetta, che senso ha?