Dopo 48 ore dalla denuncia, lanciata dai media e diventata virale sui social: "Abito in una casa di 9 metri quadrati e pago 650 euro al mese", Alessandro Cerioni, 24 anni, studente marchigiano al primo anno di dottorato al Politecnico, ha dovuto lasciare il monolocale in cui viveva da novembre 2022. Una stanza al sesto piano di uno stabile in via Panfilo Castaldi, zona Porta Venezia, nel cuore di Milano. A chiedergli anticipatamente la restituzione delle chiavi, è stato lo stesso proprietario. E Alessandro ha accettato senza fare storie per "evitare scontri". Il contratto sarebbe scaduto pochi giorni dopo, mercoledì 31 maggio, ma il 24enne è stato “invitato” in tutta fretta a prendere le sue cose e lasciare l'immobile nel giro di poche ore.
Dove abiti adesso Alessandro? "In piazzale Gorini, zona Piola. Ho una stanza singola e pago 620 euro al mese, utenze escluse. Mi sarei dovuto trasferire qui l'1 giugno, ma la situazione è precipitata e la precedente inquilina mi ha liberato la camera in anticipo, consentendomi di avere subito una sistemazione senza dover chiedere ospitalità ad amici".
Cosa è successo con il proprietario del monolocale? "Credo ci sia stato un malinteso di fondo. Eravamo d’accordo che sabato mattina, il 27 maggio, sarebbe venuto a vedere le condizioni dell'immobile prima del rilascio, previsto per il 31 maggio. Ma quando è arrivato mi ha chiesto di restituirgli subito le chiavi. Ho fatto un paio di telefonate per capire dove potessi andare. Ho raccattato in fretta le mie cose, caricato l'auto e tolto il disturbo".
Ti resta amarezza per come sei stato trattato? "Più che altro stupore. Questo signore per mesi ha ignorato i miei messaggi quando gli ho comunicato la disdetta del contratto di affitto, poi si è presentato e ha voluto le chiavi prima della scadenza del contratto".
Ti ha detto qualcosa in merito agli articoli sui media? "No nulla. Ha solo ripetuto più volte che la casa era in regola e ha citato un regio decreto degli anni Quaranta per sottolineare che l'immobile aveva i requisiti di abitabilità. Sicuramente non sarà stato contento del clamore suscitato dalla mia storia. Nemmeno io mi aspettavo tanto interesse da parte dei media".
È un po' ingenuo non aspettarsi che una casa di 9 metri quadri affittata a 650 euro al mese, escluse le spese, non faccia notizia proprio nei giorni della polemica sul caro affitti e della protesta delle tende "Il mio obiettivo fin dall'inizio non era denunciare la mia situazione, ma unirmi idealmente alla protesta delle tende per rilanciare il tema del caro affitti e della mancanza di alloggi per studenti a Milano".
Ti sei mai pentito di aver rifiutato il dottorato a Stoccolma per accettare la borsa di studio a Milano? "No. Anche se a Stoccolma mi avevano assegnato la casa senza che avessi ancora firmato il contratto e il mio compenso sarebbe stato di 30mila euro annui, mentre qui guadagno 1.400 euro al mese e riesco appena a pagarmi le spese. Lì ti fanno sentire davvero una risorsa e cercano di non farti andar via. Ma io alla fine ho scelto Milano perché è più vivace. Poi preferivo il tema della borsa di studio che ho qui, su occhiali e realtà aumentata. Però quando sono rientrato a Milano, a fine 2022, dopo un anno di Erasmus, ho trovato una situazione disastrosa sul fronte alloggi".
In che senso? "I prezzi sono arrivati alle stelle e non si trovano facilmente soluzioni dignitose. La casa di 9 metri quadrati non era la sistemazione peggiore che ho visto. Spesso le stanze per studenti vengono affittate in condizioni fatiscenti e con mobili di fortuna. Non me la prendo con i privati, ma è assurdo che il pubblico non intervenga ad aumentare il numero di residenze per studenti. Il grande tema è il diritto allo studio, che così non viene garantito ai meno abbienti".
Agli studenti che protestano contro il caro-affitti qualcuno ribatte che si può vivere anche in zone più lontane dal centro. Hai mai considerato questa ipotesi? "Per me vivere a Milano vuol dire vivere Milano. Anche i fermenti culturali della città fanno parte della vita e della formazione di uno studente. Non è giusto privare di questa opportunità chi non ha i mezzi economici".
In realtà tu avresti potuto chiedere i soldi ai tuoi per avere una sistemazione più adeguata a Milano, perché non lo hai fatto? "Non mi andava, ho sempre cercato di essere autosufficiente".
Sei stato criticato sui social per la tua denuncia sul caro affitti? "Quasi tutti hanno espresso solidarietà per la mia situazione. Qualcuno però mi ha bollato come "frignone", altri hanno detto che sono stato uno sciocco a pagare 650 euro al mese per una casa di 9 metri quadrati con il water dentro la doccia e il letto montato in un soppalco sopra la porta d'ingresso".
I tuoi cosa ti hanno detto? "Nulla, conoscevano la situazione. Mia madre voleva che lasciassi quella casa, diceva che mi avrebbe pagato lei una stanza in hotel se non trovavo di meglio a Milano. Quando veniva a trovarmi alloggiavamo entrambi in albergo e io ne approfittavo per dormire in un letto più largo e senza sbattere la testa contro il tetto".
Non hai mai provato una sensazione di claustrofobia a passare tante ore in uno spazio così angusto? "No, per fortuna sto pochissimo a casa. Più che altro è stato difficile abituarmi a dormire a circa 40 centimetri dal tetto. All'inizio sbattevo continuamente la testa. Per il resto mi sono sempre adattato, anche facendo la doccia in palestra per evitare di allagare il water, piazzato proprio sopra il soffione dell'acqua".
Hai mai invitato amici o colleghi in quella casa? "Si, anche se per ragioni di spazio limitavo le visite. Una volta sono venuti a trovarmi tre colleghi dell'Erasmus e li ho pure ospitati per la notte. Abbiamo dormito in quattro in 9 metri quadrati. Alla fine era pure divertente".
Cosa ti hanno detto? "Nulla, sono rimasti sorpresi che potesse esistere una situazione del genere a Milano. Ma poi l'abbiamo presa sul ridere".
Dove immagini il tuo futuro?
"Con il cuore scelgo ancora e sempre Milano, ma mi piacerebbe anche Roma o Firenze, la vita è più slow lì. Spero di non dover andare all'estero per trovare migliori condizioni di vita e di lavoro".