ARNALDO LIGUORI
Editoriale e Commento
Editoriale

L’elezione che non ti aspetti

Fra dieci giorni ci saranno le elezioni comunali in più di cento città della Lombardia (settecento in Italia). Eppure, nell’epoca governata dal combinato di antipolitica spinta, astensionismo convinto e informazione ipertrofica, questo appuntamento non se lo sta filando nessuno. Gli articoli sull’argomento vengono letti pochissimo (abbiamo i dati) e persino su Google i volumi di ricerca su “elezioni comunali” sono inesistenti. E dire che un sindaco dovrebbe riparare le strade, presidiare le scuole, assicurare la sicurezza, gestire parchi, case popolari e spazi pubblici: insomma, molte delle cose che nel quotidiano rendono la vita buona o cattiva. Beati e lontani i tempi in cui legioni di cittadini occupavano le piazze per chiedere l’elezione diretta del sindaco – che prima era nominato dai partiti – perché, dicevano, il governo delle città doveva stare nelle mani del popolo. Quel risultato fu definito come l’unica vera riforma istituzionale italiana degli ultimi trent’anni. Ma da allora, anno dopo anno, l’affluenza ha continuato a calare: vedremo se quest’anno segneremo un nuovo, bassissimo, primato.