Elezioni comunali 2023: quando, dove e come si vota in Lombardia

Sono 106 (su un totale di oltre 700) le città che andranno alle urne. Tutte le informazioni

Elezioni comunali 2023

Elezioni comunali 2023

Milano, 4 maggio 2023 – Elezioni comunali in arrivo in Italia, Lombardia compresa. A metà mese si apre una nuova tornata di amministrative. Sono oltre 700 i Comuni coinvolti, sparsi su tutto il territorio. Secondo i dati forniti dal Viminale, gli elettori chiamate alle urne superano quota sei milioni, di cui molti nei 17 capoluoghi di provincia che andranno al voto per scegliere il nuovo sindaco e rinnovare il consiglio comunale. Tra questi ce ne sono sette che superano i 100mila abitanti: Ancona, l’unico capoluogo di Regione interessato dalle elezioni, Catania, Brescia, Latina, Siracusa, Terni e Vicenza.

Le date

In Lombardia, i Comuni andranno al voto domenica 14 maggio, dalle 7 alle 23. E lunedì 15 maggio, dalle 7 alle 15. Nei centri che superano i 15mila abitanti, nel caso in cui le votazioni non consegnassero subito la vittoria in mano a un candidato, i ballottaggi si terranno esattamente a due settimane dal primo voto, domenica 28 e lunedì 29 maggio.

Le operazioni di scrutinio dei voti inizieranno subito dopo la chiusura dei seggi, alle 15 della giornata di lunedì. Per prima cosa gli scrutatori dovranno seguire le procedure previste per verificare che tutto sia in regola con le norme previste per le elezioni amministrative. Una volta completate le verifiche ordinarie, inizierà il conto dei voti. 

I Comuni al voto

La maggior parte dei Comuni italiani che andranno al voto sono piuttosto piccoli, con una popolazione compresa tra i 3mila e i 10mila abitanti. La Sicilia è la Regione con il maggior numero di città che vanno alle urne (128) e quella dove c'è anche il più grande, Catania. In Lombardia i Comuni sono 106, tra cui i due capoluoghi di provincia Brescia e Sondrio. La provincia con più comuni al voto? Si tratta di Brescia, con 17 sindaci da decidere. Seguono Milano con 12, Bergamo con 11, Como con 11, Cremona con 7, Lecco con 5, Lodi con 6, Mantova 5, Monza 7, Pavia 11, Sondrio e Varese con 7.

I documenti per votare

L'elettore deve presentarsi al seggio con un documento di identità valido e la tessera elettorale. Chi non ha la tessera o l'ha smarrita può richiederla all'ufficio elettorale del comune di residenza. 

Come si vota, la legge elettorale

La legge elettorale per i Comuni è stata stabilita con il Testo unico degli Enti locali, risalente all'anno 2000, e poi modificata diverse volte. Per legge, esistono due sistemi diversi: uno per i Comuni che hanno più di 15mila abitanti, e uno per i Comuni che hanno meno di 15mila abitanti. La differenza è soprattutto che nei primi esiste la possibilità di andare al ballottaggio, mentre nei secondi l'elezione è sempre decisa al primo turno.

Come si vota nei Comuni fino a 15mila abitanti

Nei Comuni con popolazione fino a 15mila abitanti, si vota con un sistema maggioritario per il sindaco. L'elezione si svolge in un solo turno: il candidato sindaco che ottiene più voti, a prescindere dalla percentuale, viene eletto. 

Per ogni candidato o candidata viene presentata anche una lista di persone candidate per diventare consiglieri comunali. La lista del sindaco che viene eletto ottiene i due terzi dei seggi disponibili nel consiglio comunale, mentre l'altro terzo viene diviso in modo proporzionale tra le altre liste che si sono presentate. Il primo a ottenere un seggio è il candidato sindaco, e a seguire i consiglieri che hanno ottenuto più preferenze. Nel caso in cui si presenti una sola lista, perché l'elezione sia valida sarà comunque necessario che questa lista ottenga almeno il 50% dei voti totali, e che vada a votare almeno il 50% degli elettori.

Riguardo le preferenze, non è possibile effettuare un voto disgiunto. Non si può, cioè, votare per un candidato sindaco e poi per un consigliere che appartiene a una lista diversa dalla sua. Sulla scheda elettorale si può tracciare una (e una sola) X sul nome del candidato scelto o sul simbolo della lista elettorale. Si può anche solamente esprimere una preferenza per il consiglio comunale, e questo viene considerato in automatico un voto per il candidato sindaco collegato a quel consigliere.

Nei Comuni con meno di 15mila abitanti non si effettua il ballottaggio. Ma c’è un’eccezione:  : nel caso di assoluta parità del numero di voti tra i due candidati arrivati in testa. In questo caso, il ballottaggio si svolge la seconda domenica successiva al primo turno. Se si verifica di nuovo una perfetta parità, viene eletto il candidato più anziano.

Come si vota nei Comuni sopra i 15mila abitanti

Nei Comuni con più di 15mila abitanti, il sistema è maggioritario per l'elezione del sindaco. Viene direttamente eletto chi ottiene la maggioranza assoluta dei voti, cioè il 50% più uno di tutte le persone che sono andate a votare. Nel caso in cui questo non accada, e nessuno riesca a ottenere la maggioranza assoluta, si va al ballottaggio, due settimane dopo. E qui si sfidano solo i due candidati che hanno ottenuto più voti al primo turno: vince chi ottiene più voti.

Per quanto riguarda il consiglio comunale, ogni candidato sindaco può presentarsi sostenuto da una o più liste. Il 60% dei seggi viene assegnato alle liste che sono collegate al sindaco eletto. Il resto dei seggi, invece, è diviso tra le altre liste in modo proporzionale al numero di voti ottenuto. I primi ad avere un posto sono i candidati sindaci che non hanno vinto, poi seguono i candidati consiglieri, in base al numero di preferenze ottenuto.

Nei Comuni che hanno più di 15mila abitanti è possibile esprimere un voto disgiunto: si può quindi votare per un candidato sindaco, e poi esprimere una preferenza per una lista collegata a un diverso candidato sindaco. Sulla scheda elettorale si può tracciare una X sul nome del sindaco per dare solamente a lui il voto, oppure sul simbolo di una delle liste per dare il voto sia al candidato sindaco che alla lista. In alternativa, come detto, si può tracciare una X sul nome del candidato sindaco e un'altra X sul simbolo di una lista, anche se non è collegata a quel candidato sindaco.

Le preferenze al voto

In tutti i Comuni si possono esprimere delle preferenze per i candidati al consiglio comunale. In particolare, per i Comuni con meno di 5mila abitanti è possibile esprimere una sola preferenza. Nei Comuni che hanno più di 5mila abitanti, invece, si possono esprimere fino a due preferenze. Per chi esprime due preferenze, queste devono essere obbligatoriamente rivolte a un uomo e a una donna. Non si può, quindi, mettere la preferenza per due uomini o per due donne.

Indicare una o più preferenze non è obbligatorio. Per farlo, è sufficiente scrivere il cognome del candidato (o il nome e cognome, se ci sono dei casi di omonimia) nell'apposito spazio sulla scheda. La preferenza si può indicare solo per i candidati della lista votata: non si può votare per una lista e indicare la preferenza per un candidato consigliere di un'altra lista.