Laura Blasek, Paola Castoldi, Mikhail Duci, Anna Maria Garzia, Loredana Labate, Nadia Rossi. Prima di ieri, l’ultimo funerale in Duomo era stato quello di Silvio Berlusconi, il 14 giugno scorso. Chiesa gremita di autorità e personaggi di varia natura, piazza stracolma, maxischermi. Alla cerimonia di ieri, nella quale si dava l’ultimo saluto alle sei persone morte dell’incendio della Rsa Casa per Coniugi, le navate del Duomo erano deserte, le autorità si contavano sulle dita delle mani, nella piazza il consueto via vai. Come se nulla fosse. Come se nulla fosse. Il terribile rogo che si è portato via i sei anziani affidati alla struttura comunale, inutile girarci intorno, non interessa più quasi a nessuno. Il Comune ha dichiarato lutto cittadino, messo a disposizione la cattedrale, pagato fiori ed esequie. Di più non poteva fare, la coscienza è a posto. Quello che poteva fare prima di vedere sei persone ospiti di una sua struttura morire, lo stabilirà la magistratura. Certo è che affronterà l’inchiesta con maggiore tranquillità, vista l’indifferenza della città e di quasi tutte le istituzioni. “Tu non sei un niente che si perde nel nulla”, ha detto monsignor Delpini nell’omelia rivolto alle sei bare. “Tu non sei solo il fascicolo di una pratica che a un certo punto finisce in archivio, una patologia da associare a un medicinale, un posto letto occupato”. Il rimbombo della sua voce nella chiesa semi vuota sembra dire il contrario.
Editoriale e CommentoCome se nulla fosse