
L'attivista Greta Thunberg a una manifestazione Fridays For Future
In un’intervista televisiva, l’attivista svedese per il clima Greta Thunberg ha criticato la decisione del governo tedesco di dismettere le sue centrali nucleari attive e, contestualmente, riaprire alcune centrali a carbone al fine di constrastare la crisi energetica seguita alla guerra in Ucraina.
Il carbone, rispetto al nucleare, produce molte più emissioni di gas climalteranti, responsabili del riscaldamento globale e dell’aumento di eventi climatici estremi. Tuttavia, il nucleare produce scorie radioattive piuttosto difficile da gestire.
Nell’intervista, quando la giornalista Sandra Maischberger ha chiesto a Thunberg se le centrali nucleari siano migliori per il clima, lei ha risposto: “Dipende. Se sono già attive, credo che sarebbe un errore chiuderle e passare al carbone […] Personalmente credo che sia davvero una cattiva idea concentrarsi sul carbone quando c’è già l’energia nucleare”.
Il governo tedesco, comunque, a settembre ha annunciato che delle ultime tre centrali nucleari attive nel Paese, due sarebbe rimaste attive per garantire una riserva d’emergenza durante l’inverno.
Tuttavia, la posizione espressa da Greta Thunberg è destinata a suscitare dibattiti tra gli attivisti. In generale, la posizione dell’attivista svedese è contraria all’energia nucleare, ma rispetto al carbone non è l’unica a ritenerla più sostenibile.
Diversi politici dell’opposizione al governo tedesco hanno già ripreso le dichiarazioni di Thunberg per chiedere che l’attività delle centrali nucleari attive sia prorogata anche in futuro. Il ministro delle Finanze Christian Lindner, del partito liberale tedesco, ha detto che “in questa guerra energetica tutto ciò che genera elettricità deve essere operativo. Le ragioni parlano da sole, a livello economico e pratico”.