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Lombardia, morti sul lavoro: nel 2023 tre vittime a settimana

Dati in calo rispetto al 2022 ma non nell’industria e nell’edilizia. Le province più virtuose e quelle meno

I morti sul lavoro restano purtroppo una piaga

Sono stati 172 i morti sul lavoro e 109.849 gli infortuni in Lombardia nel 2023, un anno che ha visto meno denunce di infortunio (16,6% rispetto ai 131.692 del 2022) e meno morti - 2,8% dai 177 del 2022.

Tuttavia, la lettura dei dati per settori di attività evidenzia un andamento differente a seconda del comparto analizzato, sottolinea la Cisl. Questo, insieme ai numeri legati alle malattie professionali, continua a essere motivo di preoccupazione.

Nel dettaglio le denunce di infortunio nel settore industriale sono aumentate passando da 27.997 nel 2022 a 28.471 nel 2023. Nel settore delle costruzioni si contano 5.493 denunce a fronte di 5.296 nel 2022.

Le denunce all’Inail di infortunio mortale di persone residenti in Lombardia sia nel luogo di lavoro sia in itinere, confermano - sottolinea il sindacato - una situazione grave sotto il profilo della sicurezza: il 2023 si è chiuso con 172 infortuni mortali, in media 3 morti a settimana.

Nelle province

Su base provinciale, gli infortuni mortali sono risultati in diminuzione a Milano (47, -9 rispetto al 2022) e Varese (8, -5 rispetto al 2022). In aumento, invece nelle provincie di Bergamo (22 infortuni mortali contro i 17 del 2022) e Brescia (38 nel 2023 e 34 nel 2022).

Malattie professionali

In netto aumento, invece, le denunce di malattia professionale: 3.809 denunce totali, +17,9% rispetto al 2022. “La denuncia di malattia professionale - commenta Roberta Vaia, segretaria regionale Cisl Lombardia - è un dato ancora fortemente condizionato da perduranti difficoltà di emersione.

A tal proposito, dovrebbe essere motivo di riflessione il fatto che le denunce in provincia di Milano (557) sono poco più della metà di quelle di Bergamo (1.004) e il 70% di quelle di Brescia (825). Questi dati dimostrano ancora una inadeguata attività di prevenzione sia sotto il profilo organizzativo e di gestione dei rischi specifici nelle aziende, sia rispetto a insufficienti controlli, in carenza di personale, da parte degli organi preposti".