
Lombardia, più di 300mila "over 50" disoccupati o sulla soglia di povertà
MILANO – Quasi la metà dei disoccupati lombardi ha più di 50 anni. Nella regione vivono 361.119 ultracinquantenni che non hanno un lavoro o hanno un impiego part time, discontinuo o con salari talmente bassi che si traducono in redditi sotto la soglia dei 15mila euro lordi all’anno.
Uno scenario preoccupante, delineato da un’elaborazione della Uil Lombardia su dati Inps e Istat, che fotografa i problemi di "un’età critica" anche su un territorio che sta facendo registrare in generale una crescita occupazionale dopo gli scossoni della pandemia.
"Si tratta di una fascia di età ancora più vulnerabile – spiega Salvatore Monteduro, segretario della Uil Milano e Lombardia – perché da una parte chi è nel mondo del lavoro rischia l’espulsione senza aver raggiunto l’età della pensione e dall’altra per chi è disoccupato è difficile ricollocarsi anche a causa di un disallineamento delle competenze. Il 30% dei lavoratori in Lombardia, tra l’altro, ha un titolo di studio che non va oltre la licenza media, e la maggior parte si concentra nella fascia d’età superiore ai 50 anni. Sul tema dei “working poor“ – prosegue – ci siamo attivati ottenendo ad esempio dalla Regione che vengano inseriti fra i beneficiari nell’ambito dei vari patti territoriali". Sono 249.052, secondo gli ultimi dati disponibili, i lavoratori dipendenti ultracinquantenni in Lombardia con reddito inferiore a 15mila euro lordi all’anno. A questi vanno aggiunti 112.067 disoccupati da 50 anni in su. Il totale è 361.119 persone in grave difficoltà, senza considerare chi prende uno stipendio superiore ma comunque insufficiente per una vita dignitosa.
La strada per ricollocarsi è in salita, in un mondo dove le aziende chiedono un aggiornamento continuo delle competenze e la tecnologia fa sparire una serie di mansioni. Si rivolge anche alla fascia di ultracinquantenni in difficoltà - rimasti ai margini di un dibattito politico che spesso si concentra sui giovani che non studiano e non lavorano - il progetto pilota del centro per l’impiego di Milano gestito da Afol Met.
Una squadra di operatori sta andando alla ricerca di tutte le persone che hanno perso il lavoro, contattandole al telefono per convincerle a riattivarsi, mettendo sul tavolo le offerte disponibili in un mercato del lavoro che in questo periodo è alla ricerca di figure più o meno qualificate. La posta in gioco è avvicinare domanda e offerta di lavoro, che spesso procedono su strade parallele.
Si muove in questo ambito anche la commissione Pari opportunità dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, che promuove un ciclo di seminari sui temi delle pari opportunità nelle professioni Stem, tecnico-scientifiche. Sul tavolo indagini che evidenziano la differenza di reddito tra uomini e donne a favore dei primi. A fronte del 59% degli uomini che dedicano più di 8 ore al giorno alla propria professione, inoltre, le donne si fermano al 40%.